Ma com’è nato il waterbasket (letteralmente “basket d’acqua”)? Dalla volontà di creare un’attività che potesse coinvolgere una notevole fetta di sportivi, dagli amanti del nuoto – essendo praticato in acqua alta – agli altrettanti appassionati del basket, essendo l’obiettivo del gioco quello di tirare la palla in un canestro galleggiante munito di tabellone, come vuole appunto la tradizione cestistica.
In Italia la disciplina è nata intorno al 2003, da un’idea di Riccardo Ciullini, che ha progettato i primi canestri e scritto il primo regolamento. La diffusione si è poi avuta in particolare grazie all’Associazione Sportiva Waterbasket Firenze, la prima del settore, e da allora lo sport è stato riconosciuto da alcune delle istituzioni italiane più importanti del settore, quali la FIP (Federazione Italiana Pallacanestro), con conseguente riconoscimento del CONI, del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), della FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale) e dell’AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport).
Attualmente è in corso il terzo campionato AICS, con squadre a Verona, Belluno, Napoli, Civitavecchia e Pesaro, oltre naturalmente alla Waterbasket Firenze.
È certamente una disciplina agonistica, il waterbasket, ma anche di integrazione, prevedendo la possibilità di giocare con “squadre miste”, composte da uomini, donne e anche da persone con disabilità fisica o intellettivo-relazionale.
«L’elemento acqua abbinato al gioco di squadra – spiega Riccardo Ciullini – sembra essere la carta vincente di questa disciplina. L’acqua, infatti, offre maggiore libertà di azione, mentre lo sport di squadra permette un maggiore divertimento, non solamente derivante dalla singola prestazione sportiva. Oltre a questo, analogamente al basket in carrozzina – sport di squadra che com’è noto è tra i più seguiti a livello internazionale -, anche nel waterbasket non è presente il ruolo del portiere, peculiarità che consente con maggiore facilità da parte dei giocatori di ricoprire tutti i ruoli. L’insieme di queste caratteristiche è ottimizzato poi da una muta a galleggiamento variabile che, a seconda del tipo di disabilità, viene calibrata per avere appunto un migliore galleggiamento al momento del tiro a canestro».
A brevettare questo corpetto a galleggiamento variabile – premiato anche al Salone Internazionale delle Invenzioni di Ginevra nel 2007 – è stato proprio lo stesso Ciullini, che spiega: «Lavorando da anni nel nuoto, spesso mi sono reso conto della difficoltà di alcune persone nello stare a galla. Infatti, anche durante i primi apprendimenti e le prime confidenze, le gambe, sia in posizione di dorso che a stile, andavano a fondo. Per questo motivo ho studiato questo corpetto, munito di due tasche, una anteriore e una posteriore, dove sono alloggiati due piccoli galleggianti. Si tratta di un ausilio che mi ha dato parecchie soddisfazioni anche con persone disabili sia fisiche che psichiche, permettendo un minimo galleggiamento al momento dell’apprendimento, cosa ben diversa dai corpetti galleggianti, dove il corpo rimane totalmente verticale o leggermente proteso in avanti. Il primo corpetto l’ho realizzato artigianalmente e usato per i miei esperimenti sia nel nuoto che in giochi con la palla in acqua, permettendo anche in questi ultimi di non andare sotto al momento del passaggio della palla stessa».
Complimenti, dunque, a tanta inventiva e concretezza, che stanno consentendo anche a numerose persone con disabilità di misurarsi in una disciplina che ne può esaltare il senso di appartenenza al gruppo, specie in ambito di problematiche intellettivo-relazionali, ove recentemente si sta assistendo a una risposta crescente.
Pure in quest’ultimo ambito, infatti, vi è un campionato italiano, con squadre a Napoli (Cooperativa Obiettivo Uomo), a Foggia (Associazione AS.SO.RI.) e a Taranto (Gruppo Sportivo Delfino). (S.B.)
Per ulteriori informazioni sulla pratica delle persone con disabilità intellettiva e relazionale, accedere invece al sito dell’AS.SO.RI. di Foggia, cliccando qui (responsabile: Vincenzo Affatato).
Per informazioni, infine, sul corpetto a galleggiamento variabile di cui si parla nel presente testo: riccardociullini@yahoo.it.
Articoli Correlati
- Dopo di noi da creare “durante noi“* L'organizzazione del futuro di una persona con disabilità: quali sono le tutele giuridiche esistenti? In quali ambienti si potrà svolgere la vita di quella persona? E con quali fondi? Un…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Il quarto ponte di Venezia Ripercorriamo passo dopo passo la tormentata vicenda del nuovo ponte sul Canal Grande di Venezia, progettato dal celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava. Già nel 2002, «DM», il giornale della UILDM…