Non c’è più tempo per i nostri figli. Non c’è più tempo, quando i papà e le mamme dei ragazzi disabili vedono i loro capelli imbiancarsi e i dolori reumatici affacciarsi quotidianamente nelle loro giornate.
Non c’è più tempo, quando la scuola finisce perché ormai è inutile, «vostro figlio non migliorerà più»! Non c’è più tempo, quando l’unico contatto con la società è quel maledetto assegno di invalidità o il tagliando da appoggiare sul parabrezza della propria auto.
Non c’è più tempo, quando chi dovrebbe occuparsi dei nostri figli – medici, operatori specializzati, insegnanti, preti, sociologi – appare più interessato alle proprie vacanze o all’ultimo rimedio per dimagrire. Non c’è più tempo per i nostri ragazzi, quando i medici non fanno più i medici, gli insegnanti smettono di insegnare e i cosiddetti “esperti del sociale” brancolano alla ricerca di uno stipendio che tarda ad arrivare.
Giochi senza barriere è tante storie insieme. È il racconto della mamma di Davide che chiede, disperata, di conoscere perché al suo bambino nato con la sindrome di Down e con una personalità aggressiva e violenta, viene negato il diritto alle cure. È la storia di Maria Felicita che aspetta di vedere sul palco e di abbracciare ancora una volta la sua amica Valentina Stella. È la fronte sudata di un papà straordinario, Tommaso, un omone alto e pesante come un armadio, che solleva decine di ragazzi per una breve passeggiata a cavallo nei viali della Villa Comunale.
Non c’è più tempo per i nostri figli o forse sì. Forse la nostra festa, giunta all’ottavo anno, sempre in totale autonomia e sempre ostinatamente di parte – dalla parte dei disabili – è un segnale di speranza concreto.
Un segnale che indossa il colore arancione dei quattrocento volontari dell’Associazione Tutti a Scuola i quali realizzano un sogno che potremmo definire integrazione, inclusione, ma che preferiamo chiamare semplicemente “festa”.
Un segnale che porta il colore delle divise degli uomini e delle donne che servono lo Stato e non “si servono” dello Stato: Polizia, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Accademia Aeronautica, Fire Department della US Navy di Napoli saranno tutti insieme ai nostri ragazzi a raccontare che lo Stato e i Cittadini sono parti dello stesso corpo.
Giochi senza barriere è la presenza di artisti di strada nei viali della Villa, è il tentativo di giocare con una palla senza escludere nessuno, è lo sforzo di salire su un gonfiabile o di provare a dipingere un vasetto di ceramica preparato con le tue mani.
C’è bisogno di tempo e di speranza per i nostri figli più deboli e allora è giusto che trovino spazio a fianco dei genitori di Tutti a Scuola, a fianco dei fratelli e delle sorelle dell’Unitalsi, della Pastorale Giovanile della Diocesi di Napoli, dell’Associazione L’Altra Napoli e degli amici delle Catacombe di San Gennaro.
Tante persone, tanti volti ma soprattutto energie positive che restituiranno alla città – dopo che oltre 20.000 visitatori avranno affollato per l’intera giornata del 17 giugno la Villa Comunale – un’immagine fiera di sé.
Lo scorso anno dicevamo che c’era un gran bisogno di Giochi senza barriere, quest’anno diciamo che la nostra città può iniziare a guardare a Giochi senza barriere come a qualcosa di cui essere orgogliosi. Perché il tempo c’è.
*Presidente dell’Associazione Tutti a Scuola di Napoli.