Cosa chiediamo al nuovo sindaco Pisapia

di Marco Rasconi*
Il mantenimento di una struttura autonoma per affrontare i temi specifici sulla disabilità e anche quelli dei minori e degli stranieri con disabilità; un sistema di servizi che veda il Cittadino con disabilità protagonista del proprio progetto di vita; le occasione offerte dall'EXPO del 2015 per sperimentare nuove soluzioni di inclusione, anche in ambito di lavoro; meno istituzionalizzazione e più progetti di inclusione e Vita indipendente; e ultima, ma non ultima, la ratifica da parte del nuovo Consiglio Comunale della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: questo è quanto chiede la LEDHA Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) al nuovo Sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia

Il nuovo Sindaco di Milano Giuliano PisapiaCome ad ogni cambio di Giunta o di Governo e dopo che l’adrenalina elettorale è scemata (euforia per chi ha vinto e amarezza per chi ha perso), si torna alla normalità della vita quotidiana e con essa le speranze o i dubbi nei confronti della nuova realtà tornano a misurarsi con i “problemi” concreti.
Indubbiamente la vittoria elettorale del nuovo Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, è stata accompagnata da una forte volontà di cambiamento e da un’attenzione programmatica a temi come inclusione, accoglienza, accessibilità, diritti e, soprattutto, dalla dichiarata volontà di condividere con le realtà vive della società percorsi comuni, nel rispetto dei reciproci ruoli, per dare vita a una Milano «più bella» (parole del Sindaco) e più rispettosa dei reali bisogni dei Cittadini milanesi.
Ecco perché la LEDHA Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), coordinamento associativo della città di Milano per i diritti delle persone con disabilità, intende porre all’attenzione del sindaco Pisapia alcune questioni che ritiene essere dirimenti per poter cominciare ad affrontare con “il piede giusto” la questione disabilità, nell’ambito della ristrutturazione dell’organizzazione della Giunta Comunale.

Innanzitutto ci sentiamo di chiedere il mantenimento di una struttura autonoma per affrontare i temi specifici sulla disabilità, includendo in essa il tema relativo ai minori con disabilità, che allo stato attuale sono spesso oggetto di rinvii da una struttura all’altra soprattutto per la scuola (a volte per l’Amministrazione Comunale sono “minori”, altre sono “persone con disabilità”), e quello relativo alle persone straniere con disabilità (a volte considerati “stranieri”, a volte “minori”, a volte “persone con disabilità”, con conseguente passaggio da un ufficio all’altro).
L’aver avuto, con la Giunta precedente, come unico riferimento l’Assessorato alla Salute è stata un’esperienza positiva, in quanto al suo interno è stato sviluppato il settore disabilità e questo ci ha permesso di avere un unico interlocutore e dare dignità e importanza alle questioni che riguardano i diritti e a declinare i bisogni dei Cittadini, delle Famiglie, delle Associazioni che vivono e lavorano nell’ambito della disabilità.
Positiva è stata inoltre la modalità con cui sono stati affrontati temi importanti, attraverso la costituzione di gruppi di lavoro (ad esermpio “bando accreditamento SFA, CSE e CAD” [Servizi Formazione all’Autonomia; Centri Socio Educativi; Centri Aggregazione Disabili, N.d.R.], “bando vita indipendente”, “prerequisiti osservatorio cittadino sulla disabilità” ecc.), che hanno visto la partecipazione delle differenti componenti del sottotavolo tematico Disabili del Piano di Zona (Associazioni, Enti Gestori, Fondazioni e funzionari del Comune di Milano) e che riteniamo importante mantenere, soprattutto in vista della prossima scadenza del Piano di Zona attualmente vigente (2009-2011).

Teniamo molto anche al proseguimento dell’esperienza avviata nello sperimentare nuovi approcci nella ricerca delle soluzioni per la ridefinizione di un sistema dei servizi che veda il Cittadino con disabilità protagonista del proprio progetto di vita (Legge 328/00), sicuri che questo protagonismo possa aiutare a razionalizzare e rendere più efficace la spesa sociale, intesa finalmente come un investimento e non come un costo improduttivo.
Queste sperimentazioni nascono dalla consapevolezza della necessità di una razionalizzazione del sistema del welfare che deve però partire da un’analisi e una presa in carico che sia in funzione della “domanda”, ovvero dei bisogni, e non derivante da un adeguamento in funzione “dell’offerta” esistente, ovvero il sistema dei servizi, riuscendo così ad uscire finalmente dall’ottica dell’aggregazione per disabilità, arrivando a quella per bisogni.
La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità definisce «la disabilità come un concetto in evoluzione» e questo significa che con il mutare della società si modificano anche i bisogni e quindi servizi che andavano bene vent’anni fa, oggi potrebbero essere non più adeguati a rispondere alle nuove esigenze dei Cittadini con disabilità e in particolare non essere più in grado di promuovere azioni in funzione di una maggiore inclusione sociale.

Un altro nodo importante e pieno di aspettative riguarda il rispetto da parte del Comune di Milano della normativa vigente in tema di compartecipazione alla spesa e, di conseguenza, il rispetto delle ormai tantissime sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) e della Consulta in materia [sulla questione suggeriamo, nel nostro sito, la lettura del testo disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Inoltre, per quanto concerne l’EXPO 2015, siamo convinti anche noi che questo evento possa essere uno strumento eccezionale di rilancio della nostra città (Barcellona, Torino… insegnano) e di opportunità di sviluppo economico e sociale. Per questo vorremmo che tale occasione servisse anche per sperimentare nuove soluzioni di inclusione delle persone con disabilità, ma anche di altri Cittadini a rischio di emarginazione, a partire dalla questione dell’abitare.
Noi pensiamo che valga la pena un confronto e una riflessione comune su questi temi, così come è importante garantire un’informazione adeguata e un’accessibilità all’altezza di Milano, per tutti quei turisti che hanno particolari esigenze (esigenze connesse alla disabilità, alla religione, a necessità alimentari specifiche ecc.).
Riteniamo poi che l’EXPO 2015 offra anche l’occasione di affrontare il tema dell’inclusione lavorativa, che ancora oggi ha barriere insormontabili e ci auguriamo che questa Amministrazione la sappia cogliere per rilanciare questo strumento di inclusione, così come ha fatto Regione Lombardia.

Per concludere, ci piacerebbe condividere con Il sindaco Pisapia e la sua nuova Giunta un obiettivo per i prossimi cinque anni: meno istituzionalizzazione delle persone con disabilità e più progetti di inclusione e di Vita Indipendente che significa un po’ meno solidarietà e un po’ più riconoscimento dei diritti.
Per questo obiettivo LEDHA Milano è pronta a mettersi in gioco da subito, mettendo a disposizione tutta la sua esperienza e tutte le sue competenze.
Al Sindaco Pisapia, dunque, a tutta la nuova Giunta e a tutto il Consiglio Comunale, un augurio di buon lavoro, un lavoro che dia gambe alle speranze risvegliatesi a Milano, una Milano che deve tornare ad essere un punto di riferimento per l’intero Paese.

P.S.: Nel precedente Consiglio Comunale non si è riusciti ad approvare un ordine del giorno per una ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, a causa di alcuni consiglieri dell’allora maggioranza, nonostante il grande impegno profuso per l’approvazione da parte dell’ex assessore Landi. Sarebbe bello, quindi, che uno dei primi Consigli Comunali fosse dedicato anche alla “presa in carico” da parte del Comune di Milano della Convenzione ONU.

*Presidente della LEDHA Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità).

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