Nel mese di maggio scorso (se ne legga nel nostro sito cliccando qui), era stato indetto un sit-in a Perugia, davanti alla sede dell’INPS regionale, all’insegna dello slogan «le persone con disabilità dell’Umbria non vogliono stare a guardare e rivendicano i loro diritti».
Ora il Circolo di Foligno di Libertà e Giustizia, insieme ad altre associazioni (Cittadinanzattiva Umbria, FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Inca-CGIL Umbria, FAIP-Federazione delle Associazioni Italiane Para-Tetraplegici, ACU Umbria-Associazione Consumatore Utenti, Tribunale dei Diritti del Malato Umbria e Codacons Foligno), intende ulteriormente avvicinare le istituzioni ai Cittadini, innanzitutto con un convegno che porti a un confronto tra le parti, utile a chiarificare le varie responsabilità e diritti.
Invalidità civile: applicazione delle norme o Costituzione negata?, questo il titolo dell’incontro, previsto per mercoledì 29 giugno (ore 15.30), presso la Sala Alesini dell’Ospedale di Foligno (Via Arcamone).
Vi parteciperà anche il Centro EmpowerNet della FISH Umbria, rappresentata da Pierangelo Cenci, il cui intervento (Dal diritto alla prestazione al diritto ad una presa in carico globale) sarà per lo più di natura tecnica e cercherà di individuare quali elementi debbano essere posti al centro in una valutazione della disabilità rispettosa dei diritti umani delle persone.
«Infatti – spiegano gli esponenti del Centro per l’Autonomia Umbro, presso il quale ha sede la FISH della Regione – se la disabilità, come affermato dall’ICF [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, definita nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.], è il prodotto di un’interazione negativa tra le caratteristiche della persona e un ambiente ostile, l’interesse di una nuova presa in carico della persona con disabilità non potrà più limitarsi a una lettura medico-legale della patologia (dell’integrità psico-fisica in senso astratto). Una moderna valutazione, quindi, dovrà espandere la propria visione verso un modello bio-psico-sociale che riproduca gli elementi conoscitivi utili a un più complessivo funzionamento, inteso non più quale funzionamento della singola persona, ma come funzionamento dell’interazione della persona con l’ambiente».
«Pertanto – concludono dalla FISH Umbria – in questo senso non basta rivendicare l’attribuzione di una giusta percentuale di invalidità civile (con le relative prestazioni economiche), ma è necessario chiedere di più, con una valutazione della persona che deve sempre essere globale, in un lavoro che non potrà evidentemente più coinvolgere solo l’INPS. Anche gli Enti locali e le Regioni, infatti, devono fare la loro parte, aiutando la persona nella formulazione del proprio progetto individuale, ai sensi dell’articolo 14 della Legge 328/00 [“Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, N.d.R.]. Dal canto suo, il Governo ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [con la Legge 18/09, N.d.R.] e ha definito i nuovi criteri di valutazione dell’invalidità civile. Ciò che serve ora è un lavoro di squadra dei vari enti che ponga realmente la persona, con i propri diritti, al centro dell’intero sistema». (S.B.)
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