Si sono conclusi, lunedì 4 luglio, i Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics, che quest’anno si sono svolti ad Atene in Grecia [se ne legga nel nostro sito la presentazione cliccando qui, N.d.R.].
Con la partenza il giorno 5 mattina, la squadra italiana, composta da 188 rappresentanti, di cui 130 atleti e i rimanenti tra allenatori e staff, ha concluso una fantastica esperienza che era iniziata poco più di due settimane prima nell’Isola di Corfù.
Ma partiamo con ordine. Gli Special Olympics sono giochi sportivi a livello mondiale, programmati ogni due anni per persone con disabilità intellettiva e come per le Olimpiadi, vengono alternativamente organizzate quelle estive e quelle invernali. Nel giugno di quest’anno è toccato alla Grecia, e in particolare alle strutture atletiche di Atene, accogliere oltre 180 delegazioni mondiali, con 7.500 atleti, 2.500 allenatori e oltre 40.000 familiari, per animare nove giorni di gare sportive di ventidue diverse discipline (nuoto, atletica, badminton, basketball, beach volley, bocce, bowling, ciclismo, equitazione, calcio, golf, ginnastica, judo, kayak, sollevamento pesi, pattinaggio, vela, softball, tennis tavolo, pallamano, tennis, pallavolo).
I Giochi, iniziati ufficialmente il 25 giugno, si sono conclusi con la cerimonia finale il 4 luglio e tuttavia ogni delegazione sportiva ha avuto l’occasione di trascorrere un periodo preparatorio in una delle bellissime località turistiche che la Grecia offre ai suoi visitatori. Questa la ragione per cui la numerosa delegazione italiana è arrivata quattro giorni prima a Corfù, per trascorrere un periodo di acclimatamento, di visita turistica, di relax preparatorio alle gare e di allenamento per la rifinitura degli ultimi dettagli atletici. Al tempo stesso il programma isolano ha assecondato l’intento di sensibilizzare la comunità locale sul tema della disabilità, nonché di far conoscere l’evento che ha caratterizzato la cronaca sportiva della Grecia e del mondo intero per quasi due settimane.
In tale occasione Corfù ha davvero dato il meglio della propria ospitalità, trattando la delegazione con quel calore e quello stesso lussuoso comfort di cui godeva la principessa d’Austria Sissi, che sulla medesima isola trascorreva le proprie ferie estive.
All’arrivo ad Atene, la cerimonia d’inizio dei Giochi è stata un evento spettacolare in mondovisione, con rappresentazioni artistiche e scenografiche che hanno sbalordito ognuno dei partecipanti.
Ma il cuore dell’iniziativa è stato l’avvio delle gare, che per otto giorni hanno appassionato atleti, allenatori e le migliaia di spettatori, compresa una folta delegazione di familiari italiani giunta apposta in Grecia.
Gli atleti nostrani si sono cimentati in discipline quali il basket, il calcio, l’equitazione, il tennis, il tennis tavolo, il badminton, le bocce, la ginnastica, il nuoto, l’atletica, il golf e il bowling. Secondo lo spirito delle Special Olympics, però, la vera competizione nelle gare non è quella tra atleti in un confronto che determina il più bravo, il più veloce, il più… quanto la competizione che ogni atleta ha anzitutto con se stesso, nel compiere lo sforzo di gareggiare e dare il meglio di sé nella disciplina sportiva.
Con queste premesse, la squadra italiana – arrivata ben preparata e con l’entusiasmo e le motivazioni giuste – ha davvero dato il meglio nelle diverse discipline e divisioni, facendo letteralmente incetta di medaglie.
Alcuni atleti hanno addirittura raggiunto le sei medaglie che, durante la cerimonia finale, hanno portato al collo con orgoglio e particolare soddisfazione!
Il programma sportivo – alquanto intenso per consentire lo svolgimento di lunghe gare e tornei nelle diverse specialità – ha in ogni caso offerto l’occasione di tempi di relax e visite turistiche. Il relax è stato goduto nelle spiagge che costeggiano il territorio ateniese, le visite turistiche hanno avuto come meta soprattutto l’Acropoli e i quartieri popolari ai piedi del Partenone.
Chi scrive queste righe ha fatto parte della schiera di circa 25.000 volontari che hanno accompagnato l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi. Assieme ad altri tre volontari ho avuto l’onore di essere a fianco della delegazione italiana in questi quindici giorni, con mansioni di volta in volta diverse e sempre necessarie: da un interpretariato per le riunioni degli allenatori, all’assistenza di un atleta in ospedale per sospetta frattura, dall’accompagnamento dei capi delegazione presso le strutture sportive, alla scorta degli atleti ai propri hotel dopo le gare. E se per questi ultimi e i loro accompagnatori, i Giochi sono stati un’esperienza indimenticabile, anche per noi volontari si è trattato di un’occasione speciale per incontrare persone speciali.
Ad Atene i suoni, i colori, i volti sorridenti delle migliaia di persone che hanno animato l’evento echeggiano ancora nell’aria, in una sorta di recondito desiderio di continuare, sebbene a distanza, quest’avventura sportiva e amicale. E forse anche l’imprevisto acquazzone – che ha ritardato l’atterraggio della nostra delegazione a Roma al suo rientro dai Giochi – è stato un modo per prolungare, ancora di qualche mezz’ora, i ricordi e lo spirito delle Special Olympics elleniche.
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