«Quattro insegnanti dell’asilo di Mileto sono state arrestate dai Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni di un disabile di cinque anni […]. Secondo quanto è emerso dalle indagini, il bambino è stato ripetutamente picchiato anche più volte al giorno e sottoposto ad altre forme di vessazione». Questa l’ultima notizia che purtroppo abbiamo dovuto leggere – così come viene riportata da «la Repubblica.it» – riguardante un caso di violenza su una persona con disabilità, nella fattispecie un bimbo calabrese di cinque anni di Mileto, in provincia di Vibo Valentia.
Sul fatto riceviamo e ben volentieri pubblichiamo il commento di Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
L’ennesimo caso di violenza ai danni di un bambino con disabilità, verificatosi questa volta nell’asilo di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, non può che farci sottolineare nuovamente quanto questi bambini siano a maggiore rischio di maltrattamenti non solo in ambito scolastico, ma in tutti i contesti.
L’episodio calabrese è solo l’ultimo di una serie che ha visto coinvolti i minori con disabilità, vicende che scaturiscono da una grave mancanza di conoscenza, formazione e cultura sulla disabilità, che porta a situazioni di totale illegalità a cui le vittime non hanno modo di reagire.
Per evitare il ripetersi di simili fatti, servono azioni concrete volte alla sensibilizzazione e all’informazione, nei confronti non solo degli insegnanti, ma della società tutta, per eliminare stereotipi, false rappresentazioni e pregiudizi e arrivare così alla piena comprensione della disabilità e delle necessità che questa comporta, rendendo così reale l’inclusione e l’integrazione delle persone con disabilità, a partire dall’infanzia.
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