Nel silenzio e nella distrazione generale, lo scorso 12 luglio il Consiglio dei Ministri ha varato il Decreto Legge 107/11, azzerando, di fatto, il volontariato impegnato nei Paesi in via di sviluppo, dopo che già aveva ulteriormente tagliato i fondi a quello impegnato in Italia.
È bastato infatti introdurre nel decreto di proroga delle missioni militari all’estero due articoli che eliminano le figure dei volontari e dei cooperanti, previsti nella Legge 49/87 sulla cooperazione italiana allo sviluppo. Si tratta esattamente dei commi 14 e 15 dell’articolo 3 del nuovo Decreto Legge, che prevedono l’abrogazione degli articoli dal 31 al 34 della citata Legge 49/87, ovvero di quelle norme che regolano l’invio di cooperanti italiani in progetti di sviluppo nei Paesi del Sud del mondo, eliminando al contempo i benefìci e le garanzie di cui essi godono e andando a colpire, in particolar modo, le coperture previdenziali e assicurative dei volontari cooperanti.
«Questo provvedimento di modifica – dichiara Andrea Olivero, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore -, messo in atto all’insaputa degli organismi che avrebbero dovuto essere coinvolti, ha delle conseguenze che non possiamo accettare. Ancora una volta, infatti, il Governo ha agito senza ascoltare la voce dei diretti interessati, con un’azione che rischia di mandare all’aria la lunghissima tradizione della cooperazione internazionale e abbandonando a se stessa quella vastissima risorsa che lavora per il nostro Paese e per i Paesi in via di Sviluppo, che si chiama volontariato».
«Tra il 2008 e il 2011 – aggiunge Sergio Marelli, coordinatore della Consulta Relazioni Internazionali del Forum – i finanziamenti previsti per le iniziative di cooperazione allo sviluppo sono passati da 94 milioni di euro a poco più di 11. Un sacrificio assurdo e inutile, che fa risparmiare al Paese solo pochi milioni di euro, attuato in un momento in cui già scarseggiano principi morali ed etici, cultura della responsabilità e senso di solidarietà con i più deboli».
«Chiediamo dunque alle forze politiche di maggioranza e opposizione – conclude Olivero – che in sede di approvazione parlamentare i due commi 14 e 15 vengano ritirati e che vengano aperti dei tavoli di confronto con le parti interessate». (Anna Monterubbianesi)
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