Sono assai diverse tra di loro e salvo rinvii o aggiornamenti dell’ultima ora, la loro discussione alla Camera è ormai imminente.
Si tratta di una serie di Mozioni sui controlli relativi all’invalidità civile, alcune delle quali, si scrive in una nota dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), «sono approssimative, mentre altre prevedono inasprimenti dei controlli e altre ancora l’attribuzione di maggiori funzioni all’INPS». «Alcuni testi – viene rilevato ancora – riprendono pedissequamente e ossequiosamente dati diffusi, e talvolta contraddetti, dall’INPS stesso».
La Federazione si riserva in ogni caso di esprimere successivi commenti, dopo la discussione in Aula, pur valutando nel complesso, «come positiva ed equilibrata la Mozione proposta da Miotto ed altri», testo del quale riprendiamo qui in calce un ampio estratto, ricordando che nel sito della FISH (cliccando qui), vengono meritoriamente riportate le versioni integrali di tutte le mozioni in discussione. (S.B.)
Partendo dal presupposto sostanziale che «se la lotta ai falsi invalidi è doverosa, non si possono, però, compromettere i diritti dei veri invalidi», tale Mozione impegna il Governo:
«ad assumere le necessarie iniziative dirette a rivedere e modificare la procedura prevista dall’articolo 20 del decreto legge 10 luglio 2009, n. 78, al fine di evitare che l’Inps nel procedimento attuale di riconoscimento delle invalidità sia nello stesso tempo “controllore e controllato”, anche attraverso l’emanazione di linee guida, che, pur nella doverosa lotta ai falsi invalidi, non cancellino i diritti di tutti gli altri disabili, quelli veri, quelli che quotidianamente lottano per avere riconosciuto il loro diritto;
a garantire ai soggetti chiamati dall’Inps a verifica sull’accertamento del loro stato invalidante di non perdere il diritto a percepire l’emolumento economico di cui sono titolari, anche se i verbali di visita non siano immediatamente vidimati dal responsabile preposto, nonché ad assicurare che, nei casi di verifica dello stato invalidante da parte dell’Inps, il soggetto interessato venga sottoposto a verifica limitatamente alle condizioni di invalidità non sufficientemente documentate anche in riferimento al puntuale rispetto della normativa sulla tutela dei dati personali in relazione alla scrupolosa tenuta dei dati sanitari dei cittadini disabili già acquisiti e detenuti da parte delle aziende sanitarie locali in sede di accertamento della invalidità civile;
ad emanare urgentemente linee guida chiare e precise nei confronti dell’Inps onde evitare ulteriori controlli su soggetti portatori di menomazioni di natura irreversibile o di patologie rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante, ai sensi del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 2 agosto 2007, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 27 settembre 2007, n. 225, evitando così che tali soggetti debbano subire un’ulteriore umiliazione rispetto al loro stato di salute, rispettando finalmente anche l’impegno già assunto dal Governo con l’accoglimento dell’ordine del giorno n. 9/3638/192, e, più in generale, ad assumere tutte le iniziative necessarie verso l’Inps affinché il ruolo di compartecipazione dell’Istituto alla fase di accertamento sanitario dell’invalidità civile venga adempiuto nel più assoluto rispetto della normativa vigente in materia, con particolare riferimento sia alla fedele e rigorosa applicazione dei criteri sanitari stabiliti da norme primarie per l’accertamento del tipo e del grado d’invalidità civile, sia all’unicità del momento di chiamata del cittadino richiedente a visita collegiale per l’accertamento dell’invalidità civile;
a predisporre con la massima sollecitudine e comunque non oltre entro 30 giorni dall’approvazione del presente atto una relazione esaustiva sulla situazione attuale relativa all’applicazione della nuova procedura prevista dall’articolo 20 del decreto legge 10 luglio 2009, n. 78, indicando:
a) quante siano fino ad oggi le pratiche evase rispetto a quelle depositate;
b) quale sia la loro distribuzione territoriale, quante siano le nuove pensioni riconosciute dall’entrata in vigore della procedura prevista dall’articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009;
c) per quale motivo fino ad oggi gli uffici territoriali dell’Inps non siano stati in grado di evadere nei tempi stabiliti dallo stesso decreto-legge le pratiche relative all’invalidità;
d) quali siano i motivi del ritardo nel riconoscimento delle invalidità, specificando se tali ritardi debbano essere imputati a ragioni di mero risparmio, o al fatto che i programmi informatici tra le aziende sanitarie locali e l’Inps non sono uniformi e, quindi, all’impossibilità di comunicare tra i due enti;
e) quale sia la situazione relativa all’appalto con Postel per l’inserimento dei dati delle pratiche relative alle richieste d’invalidità, indicandone i costi, la durata, gli obiettivi, nonché il numero di dati immessi in ciascuna regione [grassetti nostri in tutta la citazione, N.d.R.]».