Vero “pioniere” italiano della Vita Indipendente delle persone con disabilità e delle tecnologie utili a raggiungerla, qualche tempo fa Gianni Pellis – scomparso ad Aosta il 17 agosto scorso, dove si era recato per una breve vacanza – si era raccontato così: «Sono persona con disabilità dal 1972, avevo 23 anni, e avevo appena terminato il servizio militare, negli Alpini, quando ho iniziato a avere i primi sintomi e disturbi motori agli arti inferiori. Lentamente mi sono bloccato, nell’80 sono stato costretto alla carrozzina, nell’84 sono diventato tetraplegico e muovevo a mala pena il polso sinistro che mi permetteva ancora di scrivere dopo essere stato obbligato a reimparare a farlo con questa mano. Eppure non ho mai smesso di uscire di casa, di andare a lavorare, di laurearmi, di frequentare la quotidianità della vita sociale e di relazione e di essere profondamente coinvolto nelle attività delle associazioni di volontariato di persone con disabilità. Mi ritengo una persona, forse, un po’ dura, un po’ spigolosa, un po’ determinata e anche un po’, probabilmente, fortunata che però ha affrontato con forte decisione e con atteggiamento attivo, soprattutto dal momento in cui è finita in carrozzina, le problematiche del quotidiano».
Nel 2001 Pellis era stato tra i fondatori dell’associazione piemontese Consequor per la Vita Indipendente e faceva parte della Segreteria Operativa di ENIL Italia (European Network on Independent Living).
Anche sulle nostre pagine aveva spiegato (se ne legga cliccando qui) come la Vita Indipendente delle persone con disabilità «si concretizzi in servizi di aiuto alla persona gestiti in forma indiretta, cioè autogestendo fondi finalizzati al pagamento di assistenti personali scelti e formati direttamente dalla persona con disabilità». Inoltre che «i servizi di assistenza personale sono destinati a persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale» e che le modalità di attuazione dei programmi devono rispettare «il principio di autodeterminazione della persona, limitabile solo dalle risorse disponibili». Infine che «i servizi finanziati vanno verificati sull’effettiva, tempestiva e continuativa erogazione delle prestazioni e sulla loro efficacia».
«Gianni Pellis – dichiara Franco Bomprezzi, nostro direttore responsabile – è stato per me uno dei primi compagni di viaggio lungo la strada dei diritti e dell’orgoglio. Con la sua voce presa in prestito dall’anima, con la pignoleria delle sottolineature ideali, con quel sorriso sempre forte di ironia e lungimiranza, è una delle persone che ho più rispettato, nel mondo complesso delle persone con disabilità. Questa è una perdita vera. E importante».
«Gianni – aggiunge Ida Sala, referente del Movimento e del Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità – ci ha lasciato l’orgoglio e la serietà del diritto, la fiducia nella lotta e nell’impegno, l’amore per la vita e il coraggio di affrontare quotidianamente le avversità. E ci ha lasciato Consequor, che lotta in Piemonte, ed ENIL Italia, in cui credeva tanto, e che dovrà fare tanto per tenere vivo e saldo il valore della Vita Indipendente».
Anche la nostra redazione – e in particolare chi scrive, che ha avuto la fortuna di essere amico di Pellis e di collaborare più volte con lui – esprime tutta la propria vicinanza ai familiari e agli amici. (Stefano Borgato)
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