In linea con la mobilitazione promossa nei giorni scorsi dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), della quale la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) costituisce la componente per la Lombardia, quest’ultima organizzazione ha prodotto il seguente comunicato, riguardante provvedimenti economico-finanziari ventilati nelle ultime settimane, in corrispondenza alla sua adesione alla manifestazione di Milano del 29 agosto, voluta dai Comuni Italiani, contro i tagli agli Enti Locali e al welfare.
Il Parlamento sta discutendo una Manovra orientata esclusivamente a recuperare miliardi, nei modi più disparati, per compensare il deficit pubblico e rassicurare i mercati, ma non sente il dovere di rassicurare anche le persone, soprattutto le più esposte alla crisi, all’esclusione, alla miseria. Anzi si arriva ad arrovellarsi su come e dove tagliare sull’assistenza agli anziani non autosufficienti, alle persone con disabilità, ai bambini, ai poveri, agli orfani, pur nel già miserevole stato in cui le politiche sociali si trovano.
Chiediamo dunque che la riforma assistenziale sia slegata dalle “logiche di cassa” ed elaborata con razionalità ed equità, nell’interesse dei Cittadini e non delle Banche Centrali o della continuità dei privilegi della classe politica.
Chiediamo poi che questa Manovra dia un segnale forte ai più deboli, fissando uno stanziamento specifico e significativo per il Fondo per le Politiche Sociali, di cui c’è più che mai necessità nelle fasi di crisi.
E chiediamo che venga avviato – come già nei confronti dei “falsi invalidi” – un Piano Straordinario di controllo dell’evasione fiscale, da cui ricavare subito quanto serve a finanziare le giuste e doverose politiche sociali.
Chiediamo ancora che vengano cancellati i tagli agli Enti Locali, per scongiurare l’ipotesi di una definitiva cessazione di ogni servizio alle persone con conseguenze catastrofiche per la vita di milioni di persone.
Rigettiamo inoltre ogni ipotesi di intervento vessatorio sulle indennità di accompagnamento alle persone con grave disabilità e sulle pensioni alle vedove e ai figli inabili non in grado di mantenersi con il loro lavoro. Sarebbe una vergogna che alla prova dei fatti non produrrebbe alcun risparmio significativo, in cambio del danno gravissimo a quelle persone e alle loro famiglie.
Rifiutiamo infine lo stigma che ci liquida come “spesa improduttiva” o come “pensionati che non hanno mai lavorato”. Proprio nei periodi di crisi, infatti, i diritti umani non devono essere oppressi per puro calcolo di mercato.
Le persone con disabilità chiedono rispetto per la loro dignità! Ora, non domani, un impegno concreto!
*Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità.