Mettere al riparo i minori e le categorie deboli di Lampedusa

Lo chiede fermamente l'organizzazione Terre des Hommes, che rispetto alla questione dei migranti di Lampedusa, denuncia la promiscuità in cui si trovano minori, famiglie con bambini e altre categorie vulnerabili, come le persone con disabilità, i malati e i richiedenti asilo, tutti esposti giornalmente alla violenza derivata dall'esasperazione delle oltre cinquecento persone attualmente rinchiuse e in costante attesa di trasferimento. In tal senso, sempre Terre des Hommes ha avviato da qualche mese il progetto "FARO", che gratuitamente offre informazioni giruidiche e assistenza legale ai minori migranti sbarcati a Lampedusa

Il Centro di Soccorso e Prima Accoglienza di LampedusaLa prolungata e illegittima permanenza di  bambini e ragazzi migranti nel CSPA (Centro di Soccorso e Prima Accoglienza) di Lampedusa (Contrada Imbriacola) li espone giornalmente alla violenza derivata dall’esasperazione delle oltre cinquecento persone attualmente rinchiuse e in costante attesa di trasferimento.
«Non è più ammissibile – denuncia in tal senso Federica Giannotta, responsabile del Progetto  FARO di Terre des Hommes, organizzazione da cinquant’anni in prima linea per proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento, non ultimi i bambini con disabilità, oltre che per assicurar loro scuola, educazione informale, cure mediche e cibo  – che bambini piccoli possano anche solo incrociare il loro sguardo con adulti esasperati, intenti a tagliarsi braccia e gambe con lamette, così come non è accettabile che i minori possano essere colpiti, com’è già successo, anche solo per sbaglio, dal lancio di sassi durante rivolte che scoppiano sempre più frequentemente dentro le mura di quei Centri che si insiste nel voler chiamare “di accoglienza e soccorso».

Oltre infatti alle tristemente note condizioni igienico-sanitarie, più volte segnalate da Terre des Hommes alle autorità competenti, va denunciata anche la promiscuità in cui si trovano minori, famiglie con bambini e altre categorie vulnerabili, come disabili, malati e richiedenti asilo, spesso presenti nel cosiddetto “gabbio” – zone chiuse dei centri in cui le organizzazioni umanitarie non possono entrare – invece che in reparti loro dedicati, adeguati alle loro esigenze, come prescrive la normativa.
«Gli esigui trasferimenti di questi giorni – prosegue Giannotta – non fanno che accrescere la rabbia dei migranti detenuti e le notizie di respingimenti allarmano. La tensione è gioco forza sempre più alta e sfocia nelle rivolte che hanno scandito gli ultimi giorni e che hanno spinto gli stessi minori ad azioni che denotano come il loro equilibrio psicologico sia ormai precario. Per questo chiediamo con urgenza che sia garantito un luogo sicuro e protetto a tutti i minori migranti, trattenuti in assenza di provvedimenti amministrativi e di convalide giudiziarie, in violazione delle norme di legge e delle convenzioni internazionali».

Con il suo citato Progetto FARO – iniziativa del tutto gratuita non finanziata da fonti governative, ma da una donazione della Fondazione Vodafone Italia, che offre informativa giuridica e assistenza legale ai minori migranti sbarcati a Lampedusa, aiutandoli ad orientarsi tra le procedure di accoglienza vigenti in Italia e a conoscere i diritti a loro riconosciuti nel nostro Paese – Terre des Hommes ha già incontrato in due mesi nell’isola più di settecento persone, per la maggior parte minorenni, tramite colloqui individuali, informandoli sui loro diritti e sulle procedure giuridiche italiane. A circa il 10%, inoltre, è stata fornita un’assistenza diretta per problemi legali specifici e tutti i migranti hanno ricevuto materiale informativo sui diritti e sulle procedure giuridiche. (R.P.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Terre des Hommes Italia, tel. 02 28970418, ufficiostampa@tdhitaly.org.
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