In marcia a Strasburgo per il rispetto dei diritti

di Silvia Cutrera* e Germano Tosi**
Alla luce delle attuali politiche di duri tagli al sociale, in Italia e in Europa, assume un'importanza ancora maggiore la quinta edizione della "Freedom Drive", marcia biennale promossa da ENIL Europa (European Network on Independent Living), che il 14 settembre porterà centinaia di persone provenienti da venti Stati europei a marciare per le strade di Strasburgo, con le loro stampelle, carrozzine e cani guida, verso il Parlamento Europeo, dove sensibilizzeranno le Istituzioni continentali sul diritto alle pari opportunità e a una vita indipendente per i milioni di Cittadini europei con disabilità. Ma gli incontri e le conferenze si articoleranno nella città alsaziana per quattro giorni, fino al 15 settembre

Il manifesto ufficiale della «Freedom Drive 2011»Mercoledì 14 settembre centinaia di persone provenienti da venti Stati europei marceranno per le strade di Strasburgo, con le loro stampelle, carrozzine e cani guida, verso il Parlamento Europeo. Sarà la quinta Freedom Drive, marcia biennale promossa da ENIL Europa (European Network on Independent Living), cui parteciperanno anche, per il nostro Paese, ENIL Italia, l’associazione piemontese  Consequor, l’AVI (Agenzia Vita indipendente) di Roma e il Comitato Lombardo per la Vita Indipendente. L’obiettivo sarà quello di dare visibilità – presso la Commissione e il Parlamento Europeo – alle istanze di Vita Indipendente dei Cittadini europei con disabilità.
«La Vita indipendente – si legge in uno dei documenti prodotti per l’occasione da ENIL Europa – è una filosofia e un movimento di persone con disabilità che lavorano per l’autodeterminazione, le pari opportunità e il rispetto dei loro diritti. Ciò che chiedono, in sostanza è di avere le stesse opportunità degli altri di decidere sulla propria vita e quindi di crescere in famiglia, di frequentare una scuola vicina a casa, di usare gli stessi mezzi di trasporto, di svolgere un lavoro in linea con i loro studi e interessi e di “metter su” famiglia».
Già dal 12 settembre, dunque, e fino al 15, ENIL ha organizzato a Strasburgo una serie di conferenze e incontri centrati sui diritti delle persone con disabilità, con l’auspicio di far passare il messaggio presso le Istituzioni continentali il cui ruolo, come sottolinea il presidente dell’organizzazione Vibeke Maröy Melström, dev’essere quello di «rendere concreta ed effettiva l’applicazione di quei princìpi».
Il programma delle varie iniziative è disponibile cliccando
qui, mentre i documenti prodotti per la Freedom Drive sono visionabili (in inglese) nel sito di ENIL Europa cliccando qui. Di seguito, invece, diamo spazio alle riflessioni di Silvia Cutrera, presidente dell’AVI (Agenzia per la Vita Indipendente) di Roma e di Germano Tosi, vicepresidente di Consequor e referente di ENIL Italia, che saranno a Strasburgo insieme a Stefania Valesi e Simonetta Merlo del Comitato Lombardo per la Vita indipendente. Entrambi ritengono questa edizione della Marcia ancora più importante delle precedenti, «alla luce soprattutto delle attuali politiche di tagli al sociale in Italia e in Europa tutta».
Ultimo, ma non certo ultimo, va segnalato l’importante sostegno ancora una volta fornito alle problematiche delle persone con disabilità dall’europarlamentare Niccolò Rinaldi, membro dell’
EDF (European Disability Forum), che così come nel giugno scorso a Bruxelles (se ne legga nel nostro sito cliccando qui), ha messo a disposizione della delegazione italiana una sala del Parlamento, dove martedì 13, nel pomeriggio, ci sarà un incontro con alcuni capigruppo delle diverse aree politiche, ai quali verrà presentato un documento comune sulla difficile situazione italiana, cercando di impostare futuri interventi per sviluppare a tutti i livelli la possibilità di scelta dell’assistenza personale autogestita in forma indiretta, secondo i princìpi contenuti anche nell’articolo 19 (Vita indipendente ed inclusione nella società) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata, com’è ben noto, sia dall’Italia che dall’Unione Europea. Il medesimo documento, tradotto in inglese, sarà presentato anche nel secondo meeting di giovedì 15. Spazio ora all’intervento di Cutrera e Tosi. (S.B.)

L’anno 2010 si è concluso, a livello europeo, con due importanti avvenimenti per le persone con disabilità: l’approvazione della nuova Strategia Europea sulla disabilità 2010-2020 per un’Europa senza barriere e la ratifica da parte dell’Unione Europea della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [di quest’ultima si legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]. Entrambe rappresentano un concreto atto d’impegno per garantire ai Cittadini disabili una reale inclusione e il pieno godimento dei diritti fondamentali, senza discriminazioni, non tralasciando il Piano d’Azione per la Disabilità 2006-15 del Consiglio d’Europa.
La lettura di queste carte fondamentali dà sollievo e conforto, perché in esse è tutto previsto: i nostri bisogni, le nostre richieste, le azioni per realizzare gli obiettivi prefissati nell’educazione, nel lavoro, nella mobilità, gli edifici accessibili, la comunicazione, la cultura, la salute, la vita indipendente ecc.
La sfida è ambiziosa, si tratta infatti di adeguare normative comunitarie e statali al trattato e in certe materie – come ad esempio quelle dei trasporti e dei servizi – questo vuol dire sostanziali revisioni che renderanno il cammino lungo. E tuttavia, nel momento in cui ogni Stato ha provveduto alla ratifica, ciò significa che è stato assunto l’impegno per un cambiamento culturale rivolto alla tutela dei diritti umani e in questo percorso di implementazione, il ruolo della società civile e delle persone con disabilità è fondamentale.

Silvia CutreraSecondo l’Unione Europea sono ottanta milioni i Cittadini europei con disabilità, persone che potrebbero contribuire attivamente al miglioramento della società, ma che spesso, nel farlo, incontrano barriere.
Nonostante il nostro tempo sia caratterizzato da importanti scoperte scientifiche e relative applicazioni tecnologiche che alimentano aspettative di società libere dalla disabilità quale raggiungimento di una piena modernità, il numero delle persone con disabilità tenderà ad aumentare, sia perchè la diversità è una caratteristica dell’umanità, sia perché non possiamo  dimenticare che in futuro avremo sempre più disabilità determinate dall’allungamento del tempo di vita e dalle patologie dell’età avanzata.
Uno scenario, questo, che sta preoccupando i Governi europei i quali, con la giustificazione della crisi economica, reagiscono con tagli sempre più cospicui alla spesa sociale, con obiettivi di risparmio a danno dei Cittadini e investimenti lucrativi in soluzioni istituzionalizzanti onerose e non adeguate alla persona.

In Italia, la paventata Manovra da 40 miliardi di euro che dovrebbe consentire il pareggio di bilancio nel 2013 ed evitare il declassamento del rating, produrrà nei prossimi anni pesanti aggravi di spesa e forti riduzioni nelle prestazioni sociali colpendo anche le persone con disabilità.
Un Governo incapace, debole, in sofferenza per il crollo del consenso elettorale, non ha voluto adottare misure eque per trovare le risorse necessarie e approntare riforme che favoriscano lo sviluppo e la crescita, ma si è limitato a “far cassa” sulla pelle dei lavoratori, dei pensionati e dei Cittadini meno abbienti.
La sbandierata “riforma fiscale e assistenziale” che il Governo dovrà attuare [Disegno di Legge, Camera n. 4566, N.d.R.] comprimerà la spesa sociale tagliando molti servizi sociali.
In barba poi al tanto sbandierato federalismo fiscale, ci sarà la riduzione dei trasferimenti agli Enti Locali per circa 9,6 miliardi di euro e di conseguenza Regioni e Comuni saranno costretti a reperire tali risorse applicando maggiori imposte locali e diminuendo i servizi (trasporti, assistenza ecc.).
E ancora, le prestazioni socio-assistenziali verranno riconosciute ai «soggetti autenticamente bisognosi» che tali saranno valutati anche in base al reddito (ISEE – Indicatore Situazione Economica Equivalente). Con l’obiettivo di risparmiare, si dovranno «armonizzare» gli strumenti fiscali, previdenziali e assistenziali di sostegno, per evitare «duplicazioni e sovrapposizioni», ciò che potrebbe voler dire, ad esempio, che l’assegno di accompagnamento sarà incompatibile con il budget personale per l’assistente personale.
Criteri quali efficacia e adeguatezza consentiranno ai providers (famiglie, cooperative sociali, ONLUS) di erogare servizi, ma garantendo un risparmio che secondo il Ministro dell’Economia, nel prossimo triennio sarà di 17 miliardi. Ovviamente la qualità di vita della persona non sarà un parametro rilevante.
Per quanto poi riguarda gli aspetti fiscali della riforma, le persone con disabilità, nella prossima dichiarazione dei redditi, avranno meno agevolazioni, meno detrazioni per le spese (sanitarie, ausili, veicoli adattati) e meno deduzioni per l’assistenza (contributi previdenziali per l’assistente personale, assistenza specifica per grave handicap). Si ridurranno cosi anche quei minimi supporti compensativi oggi esistenti.

Germano TosiContro questo vero e proprio “massacro sociale”, numerosi sono stati gli appelli, le raccolte di firme, le azioni dimostrative e le  manifestazioni di protesta da parte delle associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie, rappresentate da FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità), iniziative purtroppo vergognosamente ignorate, segnale di inammissibile oscurantismo che impedisce di vedere le persone con disabilità come individui, Cittadini dotati di capacità, ma impossibilitati ad esprimerle in tutti gli ambiti della società, poiché privati delle opportunità normalmente riconosciute a tutti gli esseri umani, per la presenza di ostacoli sociali e culturali, impedimenti esterni, mancanza di risorse.
Risorse che, in Italia, potrebbero essere recuperate con un serio programma di controllo sull’evasione fiscale, che potrebbe ad esempio finanziare il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.

A proposito di uguaglianza e libertà, Amartya Sen, Premio Nobel per l’Economia nel 1998, fa l’esempio di una persona con un grave deficit fisico-motorio che da sola potrebbe non avere l’abilità per uscire da casa, mentre aiutato da altri avrebbe la capacità, l’opportunità e la libertà di farlo. Ed è proprio questo il nucleo sul quale si fonda il Movimento per la Vita Indipendente, laddove indica come indispensabile per una persona con disabilità la presenza della figura dell’assistente personale, attraverso la quale diventa possibile rappresentarsi come una risorsa, arricchendo e migliorando la propria vita, la società e il pianeta che ci ospita.
Così come prevede del resto l’articolo 19 della Convenzione OnNU sui Diritti delle Persone con Disabilità [“Vita indipendente ed inclusione nella società”, N.d.R.] che oltre a riconoscere il diritto alla vita indipendente, ribadisce l’importanza  della piena partecipazione alla vita politica, sociale e culturale, per svolgere un ruolo attivo, essere presenti nei luoghi rappresentativi e decisionali della politica, promotori e organizzatori di iniziative rivolte all’empowerment [in linea generale qui per “empowermente” si intende “crescita dell’autoconsapevolezza”, N.d.R.], realizzare il noto principio del Nulla su di Noi Senza di Noi.
Il nostro impegno dovrà confluire nel promuovere azioni formative che ribadiscano il valore positivo delle persone con disabilità anche attraverso l’utilizzo di fondi europei dedicati a progetti specifici, nonché con forme di mobilitazione riguardanti l’attuazione della Convenzione ONU, ben consapevoli di dover sollecitare costantemente i rappresentanti politici, i membri del Parlamento del proprio Paese e dell’Unione europea.
A gran voce chiediamo quindi ai rappresentanti dell’EDF (European Disability Forum) un attento monitoraggio nei confronti delle conseguenze disastrose che la manovra italiana produrrà nelle condizioni di vita delle persone con disabilità, sempre più costrette a subire insostenibili effetti deleteri nella già ridotta sfera dell’autonomia personale. Proprio a questo proposito evidenziamo che l’impossibilità dell’ottenimento dell’assistenza personale in forma indiretta, come scelta possibile indicata dall’articolo 19 della Convenzione ONU, costituisce una discriminazione nei confronti delle persone con disabilità (Legge dello Stato 67/06 in Italia), con conseguente impossibilità nell’esercizio delle libertà fondamentali e ledente del principio di uguaglianza.
L’Unione Europea ha ritenuto così importante il tema della non discriminazione da dedicare ad esso l’intero anno 2007. E inoltre, non sono questi i principali fondamenti su cui è basato il nostro ordinamento giuridico, ossia la Costituzione Italiana?

*Presidente dell’AVI di Roma (Agenzia Vita indipendente).
**Vicepresidente Associazione Consequor per la Vita Indipendente di Grugliasco (Torino), referente di ENIL Italia (European Network on Independent Living).

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