Il titolo di questa riflessione non è la rivisitazione in chiave buonista del noto film di successo, ma è quello che potrebbe essere un atto di equità, ovvero un qualcosa di “equamente uguale” per tutti.
Se noi infatti dovremo vivere o sopravvivere – e qualcuno purtroppo anche morire – con il taglio del 50% delle prestazioni assistenziali, perché i massimi “responsabili” di questo taglio (“responsabili” per inettitudine, malefatte e cose varie) non provano anche loro a vivere con il 50% di quello che hanno avuto a tutt’oggi a disposizione?
La proposta non sarebbe certo equa, nel senso che non si può vivere con il 50% dell’indispensabile, mentre si vivacchia non male con il 50% del superfluo e del sovrabbondante.
Quindi, via il 50% delle prebende, degli affari lucrosi all’ombra della politica, delle indennità, dei vitalizi, delle auto e dei voli di servizio, dei portaborse, dei “gorilla” (pardon, degli addetti alla sicurezza), delle escort, delle calorie ingurgitate alla bouvette del Parlamento, delle apparizioni in TV – partecipazioni ai reality comprese – delle presidenze nelle società compartecipate, delle assenze dal posto di lavoro (tale dovrebbe essere per loro l’aula parlamentare), delle ferie di quarantacinque giorni.
Oltretutto questi tagli sarebbero utili anche ai fini della loro salute: qualche chilo in meno, qualche ora di sonno in più (e così non ci si addormenta in aula!). Ma a tal ultimo fine forse sarebbero superflui: i vecchi politici, infatti, come i “vecchi soldati”, non muoiono mai, a differenza della persone con disabilità, vecchie o giovani che siano. Ma non era poi anche questo – I vecchi soldati non muiono mai – il titolo di un libro famoso?
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).