Presentato sabato 1° ottobre al Salone Nautico di Genova Nessuno resti a terra. Una storia di mare, vela e solidarietà, interessante volume già presente in libreria (Roma, Nutrimenti, 2011).
A scriverlo è stata Giovanna Caratelli, già nota ai Lettori di Superando, per essere stata a fianco della battaglia di Alessandra Incoronato, persona affetta da amiotrofia spinale, che aveva condotto un lungo sciopero della fame e insieme alla quale Caratelli – che unisce alla passione per l’insegnamento l’attività di scrittrice, oltre ad essere impegnata da tempo nel mondo del volontariato – aveva anche pubblicato il libro La vita comunque (se ne legga ad esempio cliccando qui).
Nessuno resti a terra racconta sostanzialmente la storia dell’Associazione Amici della Darsena Romana – Circolo Nautico di Civitavecchia (Roma), dove da ormai dieci anni, operai, impiegati, infermieri, insegnanti, medici, carpentieri, pensionati di età diversa hanno iniziato a portare per mare persone provenienti dalle comunità per tossicodipendenti o per disabili. Un’iniziativa pionieristica di “velaterapia”, nata spontaneamente e cresciuta nel tempo che grazie al volontariato di tanti, è diventata un punto di riferimento per le strutture sanitarie del Lazio e della Toscana, fino ad arrivare anche al restauro di una vecchia barca a vela abbandonata e ormai decrepita, riportata in vita e oggi a disposizione di chi frequenta l’Associazione.
«Quella della vela solidale – ci racconta la stessa Autrice del libro – sta diventando una realtà molto importante a livello nazionale, che credo sia sempre più opportuno far conoscere. Alla Darsena Romana di Civitavecchia, dove è ambientata la storia del mio libro, sono oramai moltissimi i ragazzi che praticano la velaterapia dal martedì al venerdì, quando escono addirittura dalle quattro alle sette od otto barche».
«La storia che stiamo per leggere – scrive nella Prefazione di Nessuno resti a terra il noto costruttore di natanti “Class 40” e navigatore oceanico Matteo Miceli, avvicinatosi anch’egli all’esperienza degli Amici della Darsena Romana – è una semplice storia di mare. Parla di volontari che il mare lo amano e quindi lo rispettano, di ragazzi cui la vita ha mostrato troppo spesso il suo lato più buio, perché essere tossicodipendente da nove anni, avendone diciassette, vuol dire qualcosa. Oppure persone le cui disabilità cognitive li obbligavano fino a non molto tempo fa ad essere relegati in casa, esclusi al mondo e alla vita che pure è di tutti e non può essere negata mai, per nessun caso. Il mare insegna l’integrazione e il rispetto, il coraggio e la paura, l’allegria e la ragionevolezza, tutte nelle dosi possibili per ciascuno di noi. E, sul mare, la barca a vela, che ne è la compagna più emblematica è il miglior contesto dove apprendere e vivere questo tipo di vita [grassetti nostri in questa e nella successiva citazione, N.d.R.]».
E sempre Miceli, raccontando l’esperienza vissuta in prima persona, scrive ancora: «È stato qualcosa di particolare anche per me che da sempre vivo con e sul mare. La bellezza e la diversità dello stare insieme, navigare ognuno come può e come sa, ma serenamente, conoscendosi reciprocamente attraverso le cose che si fanno insieme a bordo, attraverso un’esperienza unica perché diversa da tutte le altre. Si vive il mare, magari anche solo galleggiando, in cui in certi momenti il vento proprio non c’è, ma anche la bonaccia diventa occasione per parlarsi, per capirsi, attraverso il mare e al barca. Poi il cerchio finale, quando tutti gli equipaggi sono sbarcati e si trasforma l’esperienza di ognuno in coscienza per tutti. Sono sempre andato via, dopo il cerchio, convinto di aver avuto quel pomeriggio molto ma molto di più di quello che ho dato. Ecco, questa è l’atmosfera che ho sentito la prima volta, poi ci sono tornato e che sento quando ci torno, ogni volta che posso».
Una storia del tutto degna di nota, quindi, raccontata con passione e sensibilità da Giovanna Caratelli, in un libro corredato da varie belle foto e anche da un’intervista di Carlo Romeo, responsabile del Segretariato Sociale RAI, al noto attore Luca Zingaretti. (S.B.)