«I sottoscritti cittadini elettori chiedono ai Parlamentari sia della Camera dei Deputati, sia del Senato della Repubblica di assumere gli urgentissimi provvedimenti necessari per assicurare la completa copertura finanziaria delle prestazioni domiciliari, semiresidenziali e residenziali riguardanti le persone con handicap invalidanti, gli anziani malati cronici non autosufficienti, i soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, i pazienti psichiatrici (complessivamente oltre 1 milione di nostri concittadini)…».
Questo l’inizio della petizione nazionale lanciata da numerose organizzazioni e aperta fino al 31 dicembre 2012, che ha come prima ispiratrice (e coordinatrice della Segreteria) la Fondazione Promozione Sociale di Torino.
Avevamo ampiamente presentato l’iniziativa qualche settimana fa (se ne legga cliccando qui), proponendo anche il testo integrale della petizione e gli appunti per la raccolta delle firme e delle adesioni.
Per l’occasione, a nome del Comitato promotore, Francesco Santanera aveva scritto: «Questa Petizione ha lo scopo di sollecitare il Parlamento ad assumere i provvedimenti occorrenti per mettere a disposizione delle Regioni, delle ASL e dei Comuni le risorse economiche indispensabili per l’attuazione dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria. In base a detti LEA, oltre un milione di nostri concittadini (anziani colpiti da patologie croniche e da non autosufficienza; persone affette dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile; malati psichiatrici gravi; soggetti con handicap intellettivo gravemente invalidante e con limitata o nulla autonomia ecc.) hanno il diritto pienamente esigibile alle prestazioni socio-sanitarie semiresidenziali (centri diurni per dementi senili o per i succitati soggetti con handicap intellettivo o per i malati psichiatrici molto gravi) e residenziali (RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali o strutture analoghe o comunità alloggio per le persone con handicap). E tuttavia, in violazione alle leggi vigenti, molto spesso alle persone di cui sopra non sono fornite le prestazioni dovute obbligatoriamente dal Servizio Sanitario Nazionale e dai Comuni singoli o associati, con il pretesto – costituzionalmente illegittimo – della carenza delle risorse economiche pubbliche, la cui ripartizione dovrebbe tener conto in primo luogo delle esigenze vitali delle persone non autosufficienti (e quindi anche non in grado di autodifendersi), come può capitare a ciascuno di noi anche da un momento all’altro».
Ebbene, a qualche settimana di distanza dal lancio della Petizione, registriamo ora il positivo avvio in varie zone del nostro Paese di iniziative volte alla raccolta delle firme e anche la crescita delle adesioni alla Petizione stessa, da parte di organizzazioni e periodici. (S.B.)
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