«Di fronte alla reiterazione costante di comportamenti della Pubblica Amministrazione lesivi del diritto allo studio dei minori diversamente abili, abbiamo deciso di procedere in sede penale, perché siano accertati i rilievi penali e le responsabilità erariali del caso»: era stata questa la nota diffusa il 26 settembre scorso dall’associazione napoletana Tutti a Scuola, come avevamo riferito nel nostro sito (se ne legga cliccando qui). Subito dopo era seguìta appunto la denuncia alla Procura Generale della Repubblica di Napoli, Roma e Milano – con trasmissione del relativo dossier anche alla Corte dei Conti -, basata innanzitutto sulla carenza di un adeguato sostegno scolastico agli alunni con disabilità.
Nel documento, inoltre, Antonio Nocchetti – in rappresentanza di Tutti a Scuola – aveva voluto evidenziare le centinaia di ricorsi presentati dalle famiglie in questi anni e accolti dai Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), sottolineando però – con particolare riferimento alla situazione della Campania – che «pur riconoscendo i TAR il diritto al sostegno, il CSA [il Centro Servizi Amministrativi, che ha sostituito il vecchio provveditorato agli Studi, N.d.R.] rifiuta di riconoscere il sostegno per gli anni successivi, pur in presenza di patologie irreversibili, per le quali è purtroppo fin troppo evidente che l’alunno purtroppo non potrà guarire e necessiterà del sostegno (nelle medesime forme) per l’intero percorso scolastico».
È ora notizia di questi giorni che in conseguenza della denuncia, la Procura di Napoli ha deciso di aprire un procedimento, che è stato affidato a un magistrato della Seconda Sezione, vale a dire il pool guidato dal procuratore aggiunto Francesco Greco.
Seguiremo naturalmente i passi successivi dell’iniziativa, che potrebbe anche portare a sorprendenti sviluppi. (S.B.)
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