Dalla povertà alla sostenibilità: le persone e lo sviluppo inclusivo

di Ban ki-moon***
È questo il tema centrale della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Povertà del 17 ottobre, di fronte alla quale un preoccupato Segretario Generale delle Nazioni Unite dichiara che «solo ascoltando le persone e lottando per le loro speranze e le loro aspirazioni, costruiremo un mondo libero dalla povertà», sottolineando con forza che «in nome dell'austerità fiscale non possiamo ridurre i giusti investimenti sulla popolazione». Questioni fondamentali per l'intera umanità, così come il tentativo - che appare purtroppo difficilmente perseguibile - di raggiungere entro il 2015 gli otto Obiettivi del Millennio, fissati dall'ONU nel 2000, senza mai nemmeno dimenticare che i tanti milioni di persone con disabilità nel mondo sono quasi sempre "i più poveri tra i poveri"

Immagine scattata in Cambogia di ragazzina con disabilitàPer decenni le Nazioni Unite hanno lavorato per liberare le persone dalla povertà. Abbiamo ottenuto grandi progressi, ma oggi questi risultati sono messi in dubbio.
Troppe persone, infatti, vivono nella paura: paura di perdere il loro lavoro; paura di non essere in grado di sfamare i propri familiari; paura di rimanere intrappolati per sempre in uno stato di povertà, privati del diritto fondamentale di vivere in buona salute, con dignità e speranza per il futuro.

Possiamo fronteggiare le sfide che incontriamo, dalla crisi economica al cambiamento climatico, dalla crescita dei costi del cibo e dell’energia, sino agli effetti dei disastri naturali.
Possiamo sconfiggerle mettendo le persone al centro del nostro lavoro. Troppo spesso, infatti, nei dibattiti che influenzeranno il nostro futuro, noto che mancano tre “grandi gruppi”: i poveri, i giovani e… il pianeta.
Dato che lavoriamo per impedire un crollo finanziario, dobbiamo lavorare anche per impedire il crollo dello sviluppo globale e in nome dell’austerità fiscale non possiamo ridurre i giusti investimenti sulla popolazione.
La malaria può essere fermata, la crescita dell’AIDS può diventare un calo, milioni di madri possono essere salvate dalla mortalità in seguito al parto. Gli investimenti ecologici, infine, possono portare lavoro e crescita.

Queste non sono solo teorie, sta già succedendo e ora non è il momento di fare passi indietro, ora è venuto il momento di cercare ad ogni costo di raggiungere gli Obiettivi del Millennio*. Ora è il momento di prepararsi a sfruttare al massimo la cruciale Conferenza Rio +20** del prossimo anno sullo sviluppo sostenibile.
E insieme dobbiamo ascoltare le persone e lottare per le loro speranze e le loro aspirazioni. Solo così costruiremo un mondo libero dalla povertà.

*Gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) compongono la campagna globale lanciata dall’ONU nel 2000 che ha fissato nel 2015 la fine del suo percorso. Essi sono i seguenti: “Eliminare fame e povertà estrema” – “Istruzione primaria per tutti” – “Pari opportunità fra i sessi” – “Ridurre la mortalità infantile” – “Migliorare la salute materna” – “Combattere HIV/AIDS e malaria” – “Assicurare la sostenibilità ambientale” – “Sviluppare un’alleanza globale per lo sviluppo”. Vale poi sempre la pena ricordare come tali Obiettivi siano profondamente connessi alla condizione di milioni di persone con disabilità nel mondo, quasi sempre “i più poveri tra i poveri”.

**La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile si terrà appunto a Rio de Janeiro, in Brasile, dal 4 al 6 giugno 2012.

***Segretario generale delle Nazioni Unite. Messaggio diffuso in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Povertà del 17 ottobre 2011. Traduzione e adattamento a cura di Chiara Elsa Odelli del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC) per l’Europa Occidentale – Zona di Italia, San Marino, Malta e Santa Sede. Per approfondire cliccare qui, all’interno del portale ONU (testo in lingua inglese).

Share the Post: