Per la Fondazione Giovanni Amato – nata nel 1993 a Catania per approfondire la comprensione delle dimensioni biologiche, psicologiche, sociali e terapeutiche che determinano la salute mentale o il disagio psichico -, quello del turismo accessibile, e in particolare in ambito siciliano, costituisce certamente uno dei principali settori d’impegno.
E le idee espresse dai responsabili di tale organizzazione – di fronte all’arretratezza ancora presente in quest’ambito nell’Isola – sono quanto mai chiare: «Rendere visitabili le aree e i comprensori di interesse ambientale, storico e archeologico – si legge infatti nel sito della Fondazione – significa: sviluppare l’economia di una Regione; rendere più “civile” il contesto sociale; combattere l’emarginazione e favorire, attraverso la fruibilità di beni accessori quali quelli turistici, l’inserimento sociale della singola persona disabile e del suo nucleo familiare».
Nel tentativo dunque di dare sempre maggiore visibiltà a questi temi e di discuterne ad alto livello, la stessa Fondazione Amato, in collaborazione con il Dipartimento di Economia e Metodi Quantitativi dell’Università di Catania – ha promosso per venerdì 21 ottobre nella città etnea (Aula 6 della Facoltà di Economia dell’Università di Catania, Corso Italia, 55, ore 9-18), il convegno denominato Sicilia Accessibile. L’offerta turistica per i diversamente abili in Sicilia occasione di sviluppo economico ed integrazione sociale.
Vari i temi previsti durante la giornata, divisa in alcune sessioni (Aspetti sociali ed economici – Accessibilità, fruibilità, raggiungibilità – Il turismo urbano – Il turismo nelle aree naturalistiche ed archeologiche), con la partecipazione di autorevoli relatori appartenenti al mondo accademico, economico e associativo.
Prevista anche, nel pomeriggio, la proiezione di alcuni video, riguardanti esperienze di persone con disabilità e di associazioni che le rappresentano. (S.B.)
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