È un’iniziativa davvero pregevole quella promossa dall’AILS (Associazione Italiana Lotta alla Sclerodermia), che da alcuni mesi è impegnata in una campagna informativa rivolta a tutti i 27.250 medici di Medicina Generale del nostro Paese, per sensibilizzarli sul fenomeno di Raynaud, ovvero su quello che statisticamente è ritenuto il primo sintomo riscontrato nel 95% dei pazienti affetti da questa rara malattia autoimmune, cronica ed evolutiva, nota anche come sclerosi sistemica e caratterizzata principalmente dalla fibrosi della cute, ma che può nel tempo estendersi anche agli organi interni, coinvolgendo ad esempio l’apparato gastrointestinale, i polmoni, i reni e il cuore.
«Il fenomeno di Raynaud – spiegano dall’AILS – è un disturbo vasospastico scatenato dall’esposizione alle basse temperature e/o da stati emotivi. La vasocostrizione delle piccole arterie alle estremità (mani, piedi e più raramente naso, orecchie, lingua ecc.) è dovuta a una riduzione acuta dell’afflusso del sangue, mancanza la quale fa sì che le dita delle mani siano prima bianche e fredde, poi bluastre e infine rosse. Il fenomeno di Raynaud può essere “primario” o “secondario” e nel primo caso è un disturbo a sé stante, mentre nel secondo caso è provocato da un’altra patologia».
Il medico di base, dunque, che è il primo interlocutore delle persone, dev’essere informato che un disturbo circolatorio alle estremità può essere la spia di una patologia secondaria invalidante che, se riconosciuta in tempo, può ritardare al malato la disabilità e, nei casi più gravi, anche salvargli la vita.
Del resto è già da tempo (se ne legga ad esempio anche nel nostro sito, cliccando qui) che l’AILS chiede ai medici di famiglia un’attenzione particolare per quei pazienti che presentano il fenomeno di Raynaud e una fattiva collaborazione affinché prescrivano due semplici esami: la capillaroscopia alle mani e un esame del sangue (gli anticorpi antinucleo – ANA), che potranno confermare o escludere la malattia. Con un esito positivo per sclerodermia, infatti, la persona dovrà essere indirizzata rapidamente a un Centro di Reumatologia o Immunologia, dal momento che l’inizio della terapia in uno stadio “presclerotico” può rallentare l’aggressività della malattia.
«È la prima volta – commenta Monica Paderno, segretario nazionale dell’AILS – che un’iniziativa di questo tipo viene adottata in Italia su così vasta scala, ma abbiamo deciso di attuarla – ascoltando soprattutto le testimonianze di tante persone con sclerodermia – ritenendola fondamentale per favorire una diagnosi precoce, indispensabile, ad oggi, nel ritardare la disabilità e anche nel salvare delle vite. Contiamo senz’altro di ottenere dei buoni risultati, nell’interesse dei malati e nella lotta alla sclerodermia».
Da segnalare che al momento sono già 17.083 i medici raggiunti dall’informativa dell’AILS e che il progetto terminerà nel prossimo mese di gennaio del 2012, con la spedizione delle rimanenti 10.167 lettere. (S.B.)
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