Nonostante la Direttiva del 2009 sul servizio universale [Direttiva 2009/136/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009, N.d.R.] dovesse essere attuata dagli Stati Membri dell’Unione Europea entro il 25 maggio di quest’anno – prevedendo l’obbligo che il “112”, numero unico europeo per le emergenze, disponibile gratuitamente in tutta l’Unione, dovesse diventare accessibile anche alle persone sorde – ad oggi essa risulta essere stata implementata solo da Danimarca, Estonia, Svezia, Regno Unito, Irlanda e Malta.
Lo ha rimarcato il portavoce della Commissione Europea Jonathan Todd, che di recente ha ribadito come, su iniziativa della Commissione Europea, tutti gli Stati membri abbiano l’obbligo di rendere accessibile il numero di emergenza 112, non solo alle persone sorde, ma a tutte le persone con disabilità.
Come detto, infatti, finora solo alcuni Stati Membri hanno comunicato alla Commissione Europea le misure per implementare le nuove regole.
Per tali ragioni, lo stesso organo ha già avviato le procedure d’infrazione nei confronti di tutti gli altri Paesi Membri, per persuaderli a introdurre le nuove regole il prima possibile, e a tal fine, nello scorso mese di giugno, ha scritto a tutti gli Stati, chiedendo loro di fornire i dettagli sulle azioni attuate per rendere accessibile il 112 alle persone con disabilità. Essi hanno tempo per rispondere entro la fine di ottobre.
Sempre il portavoce Todd ha tenuto a precisare che una cosa sono le leggi entrate in vigore, altro è il loro reale funzionamento nella pratica. E infatti, per quanto è dato sapere, solo il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Danimarca e la Finlandia stanno lavorando all’introduzione di sistemi per rendere accessibile il 112 attraverso il servizio di messaggeria “SMS”.
La Commissione – per il tramite del suo portavoce – ha fatto sapere anche che è necessario il supporto informativo delle organizzazioni non governative e di tutti i soggetti interessati, per comprendere meglio il funzionamento di tali sistemi nella pratica e in quale misura gli Stati membri rispettino i propri obblighi.
Ancora una volta, dunque, l’Italia si dimostra essere uno dei Paesi dell’Unione Europea meno attenti ai problemi dei disabili, nonostante l’indicazione e la scadenza di precisi obblighi comunitari individuati da un’apposita Direttiva a tutela, in questo caso, soprattutto delle persone audiolese.
Pertanto, prima di essere ancora una volta deferiti alla Corte di Giustizia e subire l’ennesimo pagamento di sanzioni in un settore quale quello della tutela dei diritti, nel quale è indispensabile una costante attenzione degli organi governativi, che troppo spesso non dimostrano adeguata sensibilità ai problemi quotidiani delle persone disabili, rivolgo un appello ai Ministeri delle Politiche Comunitarie e delle Pari Opportunità, per l’adeguamento della nostra normativa e quindi per l’implementazione in via urgente dell’accessibilità del numero di emergenza 112 alle persone sorde e a quelle con disabilità in genere.
Va ricordato infine che anche il senatore pugliese Giuseppe Caforio ha fatto sapere che presenterà un’interrogazione per avere delle risposte immediate sule intenzioni dell’attuale Governo in merito a tale importante questione.
*Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” dell’Italia dei Valori e fondatore dell’Associazione Nazionale Lo Sportello dei Diritti. Il presente testo è già apparso in «Il Punto a Mezzogiorno», con il titolo Il “112” (il numero internazionale per le emergenze) non è accessibile alle persone sorde e viene qui ripreso, con lievi riadattamenti, per gentile concessione di tale testata.
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