Qualche giorno fa, alcuni quotidiani locali hanno annunciato la notizia che il Comune di Terni ha stanziato dei soldi per l’inclusione di un alunno con disabilità, tramite la traduzione dei testi scolastici in braille. Il fondo sarà esattamente di 4.632 euro e il lavoro di traduzione verrà svolto a cura della Sezione di Rieti dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).
Ebbene, questa notizia – che naturalmente ci rallegra – è stata data come se il Comune di Terni fosse una sorta di “campione della solidarietà”. A nostro avviso, invece, è necessario distginguere chiaramente tra ciò che costituisce un diritto delle persone con disabilità – e quindi un dovere delle Istituzioni – e ciò che è un semplice e gratuito gesto di beneficenza.
Non vogliamo dunque entrare nel merito della questione specifica, ma soltanto precisare ancora una volta che il Comune non ha fatto altro che espletare uno dei suoi compiti e pensare a questo come a un gesto di beneficenza stravolge il senso stesso del concetto di inclusione scolastica, facendo passare un diritto come un “privilegio” o una concessione straordinaria e dimostrando che molti organi d’informazione continuano a confondere la cultura del diritto con quella della beneficenza.
In realtà – com’è ben noto – per la scuola dell’infanzia (scuola materna), per quella primaria (le elementari) e per quella secondaria di primo grado (le medie), i Comuni devono garantire il trasporto degli alunni con disabilità da casa a scuola o viceversa, eliminare e/o superare le barriere architettoniche, fornire l’assistenza di base – accompagnando cioè l’alunno dall’esterno all’interno della scuola, negli spostamenti interni, ai servizi igienici ecc. – e garantire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione. Tra i loro vari compiti, poi, vi è anche quello di «garantire sussidi e ausili didattici anche informatici o interpreti gestuali e fornitura dei libri di testo, software, ecc».
Per la scuola secondaria di secondo grado (le superiori) tutto ciò spetta invece alle Province.
*Il Centro per l’Autonomia Umbro è anche la sede della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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