Pioggia e rischio di “acqua alta”, ma il 26 ottobre a Palazzo Ferro Fini di Venezia, sede del Consiglio Regionale del Veneto, sono arrivati ugualmente in tanti. La partecipazione, insomma, c’è stata, perfino superiore alle attese, considerate le difficoltà. Le telefonate e le lettere arrivate dicono quanto sia cresciuta la consapevolezza e la voglia di mettersi in gioco, di dire «ci sono anch’io, rischio, ma è ora di dire basta!». La convinzione che si debba lottare in prima persona per difendere le conquiste e affermare i diritti si va facendo strada e anni di fatiche e delusioni non hanno fiaccato lo spirito: manifestiamo perché vogliamo un Paese civile e siamo decisi a vincere questa battaglia, per quanto lunga possa essere.
Questo il significato dell’affollato sit-in tenutosi a Venezia, in Via XXII Marzo, a pochi passi dalla sede del Consiglio Regionale del Veneto. Sotto quegli ombrelli c’erano persone determinate – e bagnate – che sapevano di essere nel giusto, decise a far sentire le proprie ragioni. C’erano le persone con disabilità, i familiari, i responsabili delle associazioni aderenti alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e di altre associazioni, le rappresentanze di CGIL, CISL, UIL e delegazioni dei sindacati dei pensionati.
Abbiamo apprezzato. E capito che serve un rapporto ancora più stretto tra associazioni e organizzazioni sindacali. Abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Una così violenta campagna nei confronti delle persone con disabilità e delle famiglie a nostra memoria non si era mai vista. Dobbiamo impedire la devastazione dei servizi sociali che la manovra economica provocherà e contrastare apertamente la campagna di disinformazione e falsità condotta dal Governo. Dobbiamo fare chiarezza.
Le dichiarazioni propagandistiche e approssimative del ministro Tremonti – e per restare in Veneto dell’assessore regionale alle Politiche Sociali Remo Sernagiotto – devono ricevere risposte appropriate.
Nel corso di un recente confronto con la FISH, a Montebelluna (Treviso), l’assessore Sernagiotto ha dovuto misurarsi con un’assemblea di persone che lo hanno educatamente disapprovato. L’Assessore parla molto, illustra progetti in modo generico, pensa anche molto a come introdurre nuove forme di “compartecipazione” a carico delle famiglie, ma presta pochissima attenzione alle nostre parole e non dice mai cosa intende fare la Regione Veneto in materia di disabilità.
Alcune settimane fa gli avevamo chiesto di avere un ruolo attivo rispetto alla crisi, di sottoporre alla Giunta e al Consiglio Regionale la gravità della situazione e le nostre richieste, di proporre al Consiglio stesso una seduta straordinaria. Ma l’Assessore ha amabilmente sorvolato.
E allora abbiamo fatto da soli, organizzato un sit-in e chiesto al presidente del Consiglio Regionale di favorire un incontro tra la rappresentanza della FISH e i capigruppo consiliari. La richiesta è stata accolta e sempre il 26 ottobre la FISH Veneto – in concomitanza con il sit-in – ha incontrato a Palazzo Ferro Fini la Presidenza del Consiglio e i Capigruppo Consiliari di maggioranza e opposizione.
La nostra è in primo luogo una battaglia culturale, la proposta politica segue. Avanziamo richieste serie, fattibili, tese ad affermare i diritti umani. Alla politica chiediamo risposte.
Nel nostro agire non c’è alcun intento demagogico, sottolineiamo con forza la necessità di dare risposte subito – oggi, non domani – alle impellenti e urgenti necessità delle persone con disabilità e alle persone anziane non autosufficienti.
I princìpi sanciti nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sono il nostro orizzonte, la nostra bussola.
La proposta che abbiamo sottoposto a tutti i Consiglieri Regionali è chiara: il rifiuto della compartecipazione per i servizi essenziali; il potenziamento del Fondo per la Non Autosufficienza e il reperimento delle risorse per la sua positiva attuazione; il rifiuto di ricorrere alle gare d’appalto per l’affidamento dei servizi; la richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio.
Il Presidente e i Capigruppo hanno ascoltato con attenzione. Le forze politiche di opposizione, poi, hanno deciso di raccogliere le firme per la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio – iniziativa già in corso -, quelle di maggioranza non si sono dichiarate contrarie: è quindi possibile che la proposta possa essere accolta. E questo sarebbe un indubbio successo dell’associazionismo targato FISH. Il Consiglio verrebbe infatti convocato per discutere di disabilità e non autosufficienza, cioè su come e dove reperire le risorse finanziarie per contrastare i tagli annunciati dal Governo e per potenziare i servizi.
Ci ha colpito il consenso che le nostre argomentate proposte raccolgono, forse perché il messaggio è semplice e chiaro: non chiediamo favori per noi stessi, ma rivendichiamo tutele certe ed esigibili per tutta la popolazione del Veneto.
Parliamo di investimenti e non di spesa perché guardiamo lontano e sappiamo che così si riducono i costi. Diciamo un secco NO alla “compartecipazione” per la frequenza dei Centri Diurni e altri servizi essenziali, perché la legge lo vieta, perché è un alibi che non regge a un attento esame finanziario, perché non affronta il problema vero, quello cioè del reperimento delle risorse necessarie alla costruzione di un’adeguata rete regionale di protezione socio-sanitaria.
Proponiamo in sostanza alla comunità veneta di impegnarsi a costruire un proprio dignitoso futuro e di accollarsi – proprio come comunità – i costi che ne conseguono.
Quella che proponiamo è una modalità di concorso alla spesa solidaristica, di alto valore morale e sociale (sì, anche morale), che permetta di finanziare il sistema dei servizi e di non far gravare i costi su persone e famiglie già in gravi difficoltà. Serve ben altro ed è oltretutto profondamente ingiusto.
La nostra è una solidarietà che non si sottrae ai doveri, che mette al bando gli egoismi e affronta con spirito nuovo le scommesse sociali del futuro. Chiediamo che davvero si affronti il capitolo della domiciliarità, che davvero si potenzino i piani di assistenza per la Vita Indipendente e per l’aiuto personale, che davvero si incrementino e innovino le attività diurne.
Chiediamo che davvero si affronti la questione della residenzialità, perché possa vivere dignitosamente anche chi non può più continuare a farlo nella propria casa.
E infine poniamo l’accento sulla necessità di una lotta senza quartiere alle spese inutili, alle clientele, agli sprechi, ai cosiddetti “costi della politica”.
Ci auguriamo, quindi, che la Regione Veneto colga l’opportunità che stiamo offrendo alla politica perché ritorni ad essere nobile servizio verso le comunità e i Cittadini che risiedono nel Veneto.
La ragionevolezza delle proposte, la chiarezza degli obiettivi, la consapevolezza di essere nel giusto, la caparbietà con cui stiamo conducendo questa fondamentale battaglia per i diritti sta sparigliando le carte e aprendo nuove prospettive.
La manifestazione del 26 ottobre a Palazzo Ferro Fini ci sprona oggi a fare ancora di più e la mobilitazione prosegue, per impedire che questa indecente manovra economica del Governo uccida le nostre speranze.
*Segreteria della FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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