Calogero Crapanzano, il padre siciliano che quattro anni fa strangolò il figlio autistico ventisettenne, è ritornato prepotentemente alla ribalta della cronaca, perché nei giorni scorsi ha ricevuto la grazia dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Quel padre, insegnante in pensione, per l’omicidio fu condannato a nove anni e quattro mesi e il Giudice, nella Sentenza, scrisse tra l’altro: «L’assassinio non è tollerabile né scusabile, ma per quasi trent’anni Crapanzano ha dedicato interamente al figlio disabile la sua vita. In quale modo si tutela l’integrità delle famiglie che da questo male vengono travolte? La risposta, triste e disarmante, è purtroppo quella che implica l’assenza: nulla».
Una Sentenza forte, dura e chiara, a tal punto che sollevò critiche da parte del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) nei confronti di Lorenzo Matassa, Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) del processo.
Se da un lato, quindi, la grazia concessa dal presidente Napolitano mette la parola fine a una storia drammatica, dall’altro lato apre una serie di domande: ci si chiede, ad esempio, come mai le famiglie con figli autistici continuino ad essere abbandonate a loro stesse e sia loro preclusa la possibilità di avere dei servizi e delle strutture adatte ad accogliere i loro figli.
E ancora, perché nessuno si è mai chiesto se non abbiano pesanti colpe anche i Direttori Generali che si sono succeduti nel tempo alla direzione dell’ASL che aveva competenza sul territorio in cui risiedeva Calogero Crapanzano e la sua famiglia?
Questi Direttori Generali, infatti, nei ventisette anni di vita del figlio di Crapanzano hanno gravemente omesso di creare servizi specifici per l’autismo e la loro negligenza e indifferenza li ha sicuramente resi colpevoli di avere vessato e calpestato i diritti costituzionali di cura della salute delle persone con autismo, figli delle famiglie che risiedevano – e risiedono – sullo stesso territorio.
Tuttavia, nel momento in cui le loro omissioni, la loro indifferenza e le loro carenze di operato – nel creare servizi per l’autismo e servizi di sostegno alle famiglie che hanno figli con tale terribile disabilità – sono tali da spingere un genitore a commettere un gesto estremo e orribile come quello compiuto da Calogero Crapanzano, ci sembra che sia stato superato il contesto della violazione dei diritti costituzionali e si possa lecitamente passare a parlare di violazione dei diritti umani.
In quest’ultima considerazione ci sostiene anche la citata Sentenza del giudice Lorenzo Matassa, nella quale a un certo punto è scritto: «Le condizioni di vita individuale, familiare e sociale dell’imputato erano, al tempo della commissione del delitto, condizionate e compresse dal pesante fardello di omissioni, incoerenze, contraddittorietà e fraintendimenti del sistema socio-sanitario in materia di salute con grave compromissione del diritto fondamentale previsto dagli articoli 2 e 32 della nostra carta costituzionale».
Il Giudice ha dimostrato dunque, con tale Sentenza, di avere compreso pienamente la drammatica situazione in cui versava quella famiglia, poiché descrive e contestualizza in maniera lucida e analitica le dinamiche vissute dall’imputato.
Ciò nonostante – e anzi proprio per questa caratteristica di «dimostrare troppa partecipazione umana» – all’epoca dei fatti la sentenza del GUP venne criticata dal CSM.
Come spesso ci succede, apprezziamo fortemente la sensibilità, la saggezza e l’equilibrio del presidente Napolitano e in questo caso anche la sua decisione di concedere la grazia al genitore Calogero Crapanzano.
Ricordiamo che il suo atto di profonda giustizia già in passato era stato esercitato verso altre famiglie che si erano trovate in analoga situazione.
Il presidente Napolitano, per altro, ha tra le sue funzioni anche quella di presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura e in tale veste ci sentiamo di rivolgerci a lui affinché voglia indirizzare al giudice Lorenzo Matassa parole di apprezzamento per il suo operato e per la sua Sentenza in merito al caso di Crapanzano.
Ci preme infine ricordare, per coloro che non ne sono a conoscenza, che il numero delle persone con autismo è sostanzialmente elevato. Solo su Roma i dati statistici parlano di 16.000 persone con disturbi dello spettro autistico, ovviamente distribuiti nelle varie età.
Invitiamo quindi le Istituzioni della Sanità a voler procedere alla creazione di servizi specializzati per le persone con autismo e di sostegno per le loro famiglie, al fine di ottemperare ai loro compiti e doveri istituzionali e onde evitare che la disperazione porti qualche altro genitore a compiere analoghi atti estremi.
Autismo e Futuro ONLUS continuerà comunque ad operare a difesa di tutte le famiglie che hanno un figlio con autismo affinché esse abbiano una vita migliore e i loro figli un futuro migliore, nel pieno rispetto dei loro diritti sanciti dalla Costituzione.
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