Rigore, crescita ed equità: e i disabili?

di Antonio Nocchetti*
«Quale welfare in Italia per i disabili?». Ma ancor prima: «È possibile ancora parlare di welfare in Italia per i disabili?». Sono gli interrogativi che verranno posti al nuovo Governo il 13 dicembre a Roma, da parte dell'associazione napoletana Tutti a Scuola, che ha promosso in tal senso una manifestazione, invitando ad essa tutte le persone con disabilità, le associazioni e ogni altro cittadino

Carrozzina davanti a un cartello di senso vietatoInvita tutti, l’attivissima associazione napoletana Tutti a Scuola – persone con disabilità, associazioni e ogni altro cittadino – alla manifestazione promossa per martedì 13 dicembre a Roma, a Piazza Montecitorio (ore 10), soprattutto per chiedere al nuovo Governo quali saranno le sorti delle persone con disabilità e delle loro famiglie. E lo fa con le seguenti parole, del presidente Antonio Nocchetti.

Rigore di bilancio, crescita ed equità: com’è ormai ben noto, le precarie condizioni del nostro Paese – colpevolmente nascoste e sottovalutate dal precedente Governo Berlusconi – affidano a questi tre princìpi enunciati dal professor Monti le speranze di ripresa.
Purtroppo, per i più deboli – e i disabili lo sono – le condizioni in questi anni si sono aggravate sino alla messa in discussione di diritti che credevamo fossero ormai un patrimonio condiviso da tutti.
La realtà è profondamente diversa, in maniera specifica per ogni Regione d’Italia, ma desolatamente simile per i disabili e i loro familiari.
L’urgenza della fase attuale è urgenza di scelte a favore dei più deboli, dei più poveri, dei più soli. Per i disabili questo significa rimettere in discussione le scellerate politiche di contenimento della spesa pubblica che li ha riguardati – ad esempio con l’azzeramento del Fondo per la Non Autosufficienza, con la drammatica riduzione del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali, con la riduzione dei trasferimenti delle risorse agli Enti Locali e con la Legge di Stabilità (ex Finanziaria) 111/11 del luglio 2011 – e che rischierà di riguardarli ancor di più, se e quando verrà approvata la Legge Delega n. 4566 sulla riforma fiscale e assistenziale.
Se a tutto questo, poi, si aggiunge la terribile condizione nella scuola che i bambini disabili – privi di insegnanti adeguati per numero e per formazione – si trovano ad affrontare, si comprende come il nuovo Governo dovrà, nelle sue priorità, occuparsi della disabilità.
Forse proprio un Esecutivo composto da tecnici e sostenuto da una maggioranza così ampia di parlamentari potrà trovare quello spirito unitario intorno ai valori concreti di solidarietà – ma ancora prima ai diritti – che la nostra Carta Costituzionale garantisce alle persone con disabilità. In caso contrario, rigore di bilancio, crescita ed equità rimarranno meri enunciati e il welfare del nostro Paese verrà – come purtroppo sta accadendo – progressivamente indebolito.
Infatti, con un modello di welfare affidato ad opere oblative sostitutive, da parte di Associazioni, ONLUS e Fondazioni, come nelle intenzioni del Governo precedente, il nostro Paese probabilmente raggiungerà il pareggio di bilancio che il mondo richiede, ma con costi sociali inaccettabili, soprattutto ed esclusivamente per i più indifesi.
Forse, solo da un Governo di tecnici è lecito pretendere di avere risposte che guardino al di là del limite temporale di questa classe politica nominata con un sistema elettorale letteralmente aberrante. E allora: «Quale welfare in Italia per i disabili?». Ma ancor prima: «È possibile ancora parlare di welfare in Italia per i disabili?». Ci sembrano interrogativi seri che richiedono risposte serie. Noi le esigiamo con urgenza.

*Presidente dell’Associazione Tutti a Scuola.

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