Bella e significativa l’iniziativa denominata 10 giorni x i diritti umani, lanciata dalla Tavola della Pace, che in vista del prossimo 10 dicembre, Giornata Internazionale dei Diritti Umani, ha invitato tutti – a partire dal 1° dicembre – a rileggere con attenzione la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata appunto dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.
In particolare, l’invito è stato rivolto ai direttori dei telegiornali della RAI, servizio pubblico, chiedendo loro di dedicare «pochi secondi dei TG alla lettura giornaliera di uno degli articoli della Dichiarazione, un modo semplice per adempiere ai doveri istituzionali del servizio pubblico e per aiutare il nostro Paese a riscoprire le basi della convivenza». Un invito che al momento non siamo ancora in grado di precisare quanto e come sia stato accolto.
«La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – scrivono in ogni caso i promotori dell’iniziativa – è un documento di straordinaria importanza che in trenta brevi articoli parla di ciascuno di noi, della dignità e del valore di ogni persona e definisce con parole chiare e semplici i nostri fondamentali diritti. Sono diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Sono diritti individuali, ma anche universali e indivisibili. Parliamo del diritto alla vita, alla pace, alla libertà, all’uguaglianza, al cibo, all’educazione, alla salute, alle pari opportunità, all’ambiente, all’acqua, alla casa, alla giustizia, allo studio, alla cittadinanza, al lavoro, alla pensione. Sono solo trenta articoli, abbiamo detto, eppure, ancora oggi, pochissimi italiani li conoscono, nonostante dietro a ciascuno di quegli articoli ci siano stati tanti giovani che hanno lottato e spesso pagato con la vita l’impegno contro la guerra, la dittatura e l’oppressione, per la libertà e la giustizia. E quei diritti continuano a essere violati in tante parti del mondo e anche nel nostro Paese».
Un articolo al giorno, quindi, a partire dal 1° dicembre, con l’invito a parlare dell’iniziativa rivolto non solo ai direttori dei TG RAI, ma anche a tutti i responsabili del mondo della comunicazione e dell’informazione, invito che ben volentieri accogliamo, partendo proprio dall’articolo 1, con cui ha preso avvio l’iniziativa.
E di volta in volta abbiamo deciso di riprendere anche il commento agli articoli – riguardanti le discriminazioni, il diritto di cittadinanza, la scuola, il lavoro e molto altro ancora – curato da Antonio Papisca, direttore della Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace”, presso il Centro Interdipartimentale sui Diritti della Persona e dei Popoli dell’Università di Padova, continuando a farlo anche oltre la stessa data del 10 dicembre.
«L’articolo 1 dice chiaramente qual è il fondamento dei diritti umani: è l’essere umano in quanto tale. Si nasce con i diritti e le libertà fondamentali. Il Legislatore, nel nostro caso il Legislatore internazionale, non “crea” né “concede” i diritti umani, ma li “riconosce”.
I diritti umani preesistono alla legge scritta. I diritti umani siamo noi. In epoca di assolutismo, ci fu chi disse L’Etat c’est moi (“lo Stato sono io”). In virtù del riconoscimento giuridico dei diritti umani, ciascuno di noi può a giusto titolo dire: La Loi c’est moi (“la Legge sono io”), beninteso la legge fondamentale, non il privilegio o il capricco o il lusso.
Dire diritti umani significa dire consapevolezza di altissima responsabilità personale e sociale, da spendere in termini di solidarietà e di servizio alla comunità. Gli estensori della Dichiarazione intesero i diritti umani come “verità pratiche”: il diritto alla vita è il bisogno vitale di vivere, il diritto al lavoro è il bisogno vitale di lavorare, e così via. Dissero: scriviamo un elenco di verità pratiche, senza chiederci qual è il loro fondamento. Ma l’articolo 1 esplicita senza mezzi termini proprio questo fondamento».