Chiediamo una vera riforma del welfare, con la partecipazione di tutti

Questa la richiesta emersa dalla presentazione di un rapporto di ricerca voluto dal Forum del Terzo Settore, nel quale si sottolinea tra l'altro come la spesa pubblica italiana nel settore della non autosufficienza sia nettamente carente, rispetto alla media europea. All'incontro era presente anche Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Welfare, che alla sua prima uscita pubblica sui temi in questione, ha dichiarato tra l'altro di ritenere «impensabile che ci sia spazio per una riduzione del finanziamento complessivo alle politiche sociali e per la parte sociale» e che la delega per la riforma assistenziale presentata dal precedente Governo ha «un elemento di indeterminatezza che va chiarito e superato». «Quel che è certo - ha concluso - è che attueremo un cambiamento semantico, culturale e lessicale su alcuni termini, come "falsi invalidi", che non condivido e che danno l'idea di un settore in cui ci sono solo abusi e sprechi»

Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al WelfareÈ stato presentato a Roma nei giorni scorsi [se ne legga nel nostro sito anche cliccando qui, N.d.R.] il rapporto di ricerca Il welfare di domani? La delega assistenziale e il futuro delle politiche sociali in italia. Un’analisi a partire dai dati, documento realizzato dal Forum Nazionale del Terzo Settore e curato da Cristiano Gori, docente di Politica Sociale all’Università Cattolica di Milano, per fornire un contributo alla riflessione sull’intero sistema di welfare italiano, a partire dall’analisi del Disegno di Legge per la Delega Assistenziale [n. 4566, N.d.R.], così come era stato presentato dal precedente Governo.
«L’intero sistema del welfare italiano va riformato – ha dichiarato per l’occasione Andrea Olivero, portavoce del Forum -, ma il percorso non può essere avviato sotto la minaccia della delega assistenziale. Riteniamo necessaria infatti una riorganizzazione del sistema di welfare che fondi le sue basi su dati empirici. Non possiamo accettare ulteriori tagli all’assistenza, né che si continui a fare cassa in un settore già fortemente sottofinanziato». Il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali – va ricordato infatti – è sceso dai 697,6 milioni di euro del 2008 ai 218 milioni nel 2011. Inoltre, l’Italia, paragonata anche al sistema europeo, spende nettamente meno nei settori della non autosufficienza, della famiglia e della povertà.
«La spesa pubblica italiana per il welfare – ha sottolineato a tal proposito Cristiano Gori -, in percentuale del PIL [Prodotto Interno Lordo, N.d.R.], nel 2008 era più alta del 38% della media dell’Unione Europea (a 15), nel settore delle pensioni; sostanzialmente uguale, invece, sul totale del welfare; un po’ più bassa nel capitolo sanità (-10%); nettamente più carente nei settori della non autosufficienza (-31% rispetto all’Unione Europea), della famiglia e maternità (-61%) e della povertà (-75%)».

All’incontro era presente anche Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Welfare, che alla sua prima uscita pubblica sui temi in questione, ha dichiarato: «Il Forum del Terzo Settore è un interlocutore fondamentale per le tematiche che intendiamo affrontare, ma in questa delicata fase di governo non siamo ancora pronti per presentare le nostre linee programmatiche. Per altro è impensabile ritenere che ci sia spazio per una riduzione del finanziamento complessivo alle politiche sociali e per la parte sociale, la delega presenta un elemento di indeterminatezza che va chiarito e superato. Per ora quello che posso dire è che ci sono problemi che condivido».
«In questo contesto – ha proseguito – è necessario capire dove prendere nuove risorse, ma c’è comunque spazio per finalizzare meglio quelle a disposizione. In quest’ottica, la riforma di un Istituto come l’ISEE [Indicatore della Situazione Economica equivalente, N.d.R.] è imprescindibile. Si tratta di un  intervento importante, anche per chiarire che questo è uno “strumento di misura” ma non “lo strumento di politica sociale”. Opereremo dentro vincoli molto stringenti che derivano da scelte del passato e dalla consapevolezza di dover agire nell’ambito di un governo del risanamento dei conti pubblici. Sicuramente, però, attueremo un cambiamento semantico, culturale e lessicale su alcuni termini, come “falsi invalidi”, che non condivido e che danno l’idea di un settore in cui ci sono solo abusi e sprechi. Preferisco infatti parlare di politiche sociali e di persone come Cittadini».
«Il coinvolgimento degli attori del Terzo Settore – ha concluso Guerra – è importante, per riprendere il discorso con le Regioni e i Comuni perché bisogna ripensare al welfare dei servizi».
Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato il suo messaggio al Forum, dichiarandosi «certo che dalla vostra presentazione potranno emergere importanti spunti di riflessione sulle modalità attraverso le quali procedere a una riforma delle politiche sociali che abbia l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di tutti i Cittadini. Desidero esprimere in tal senso il mio apprezzamento per l’impegno profuso dal Forum del Terzo Settore nel valorizzare e potenziare azioni e progetti volti ad una sempre maggiore e più efficace inclusione e protezione sociale dei Cittadini».

«Accettare questo stato di cose – ha dichiarato ancora Olivero non è più sostenibile. In questa fase di grande trasformazione del Paese e di grave emergenza economica e sociale chiediamo al nuovo Governo di prendere una posizione sulla delega e su alcuni temi ineludibili che essa pone, ma sui quali non fornisce gli strumenti necessari per affrontarli, quali i criteri di accesso, la lotta alla povertà, la crisi dei servizi, il ruolo delle prestazioni monetarie e altri ancora. Come Forum del Terzo Settore, e quale parte sociale riconosciuta, chiediamo inoltre di entrare nel pieno merito di questa questione e che venga aperto un tavolo di confronto con le Parti Sociali e le Istituzioni per dare il nostro contributo affinché si trovino soluzioni alternative sostenibili, sia sotto il profilo economico che su quello sociale. Se il risanamento dei conti pubblici è fondamentale, non basta da solo a curare il Paese, va anche garantita la tenuta della coesione sociale».
«Chiediamo infine – ha concluso il portavoce del Forum – che venga cancellata la Delega di Riforma del Settore Socio-Assistenziale (articolo 10 della complessiva Delega Fiscale-Assistenziale) e che si dia l’avvio a una riforma del welfare sociale che proprio perché realizzata in un momento storico così delicato per il Paese, dovrebbe essere attuata con la più ampia partecipazione delle Istituzioni e di tutti gli attori sociali coinvolti». (A.M.)

Per ulteriori informazioni: stampa@forumterzosettore.it (Anna Monterubbianesi).
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