«Le Associazioni di persone con disabilità non sono disponibili ad accettare una tale superficialità nella formazione dei futuri docenti per il sostegno»: così aveva scritto qualche settimana fa su queste pagine Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dopo avere esaminato il Decreto n. 273 dell’ANSAS (Agenzia Nazionale dello Sviluppo per l’Autonomia Scolastica, ex INDIRE), prodotto il 12 dicembre scorso e avente come scopo «la creazione di graduatorie regionali di tutor per i corsi inerenti il progetto di riqualificazione/riconversione professionale sul sostegno» (se ne legga cliccando qui).
Con toni, dunque, quanto mai perentori, lo stesso Nocera – in una lettera inviata al Direttore Generale dell’ANSAS e ai vari altri referenti ministeriali coinvolti – aveva chiesto che quel bando fosse rivisto, almeno per alcuni articoli specificamente analizzati.
Ad andare invece oltre è stata la stessa ANSAS, che il 5 gennaio scorso, con il Decreto n. 10, ha deciso di «revocare in autotela» il precedente provvedimento, «per sopravvenuti motivi di pubblico interesse e di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario», determinando quindi «la caducazione in via automatica di tutte le candidature inoltrate».
Soddisfazione è stata espressa anche dall’ANIEF (Associazione Professionale Sindacale), organizzazione distintasi a sua volta per una dura protesta e che in una nota ufficiale rileva di voler «continuare a vigilare, nell’interesse di alunni e docenti, su ogni azione che verrà intrapresa sulla formazione degli insegnanti».
«Anziché ipotizzare nuovi modelli per la formazione degli insegnanti di sostegno, che dal 1998 è stata delegata con successo alle Università, il Ministero – viene ancora sottolineato da parte dell’ANIEF – farebbe bene ad attivarsi ad esempio per formare gli insegnanti sui disturbi specifici di apprendimento, a un anno dall’approvazione della Legge 170/10, e per fare attivare dai Direttori Scolastici Regionali tutti i posti in deroga, senza discriminare o penalizzare gli alunni con handicap meno gravi nell’assegnazione delle ore». (S.B.)
Ringraziamo Elena Duccillo per la segnalazione.
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