Com’è ormai noto da tempo, uno dei prossimi punti nell’agenda del Governo Monti riguarderà la ridefinizione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), cioè lo strumento di calcolo della disponibilità economica dei nuclei familiari. Il Governo, infatti, in forza dell’articolo 5 del cosiddetto provvedimento “Salva-Italia” (Legge 214/11), dovrà rivedere sia le modalità di determinazione che i campi di applicazione dell’ISEE.
«Si tratta – leggiamo in una nota della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – di un passaggio indubbiamente delicato e che interessa un’ampia gamma di servizi sociali e agevolazioni tariffarie e, potenzialmente, fiscali. Dagli asili nido ai centri diurni per persone con disabilità, dal ricovero in RSA [Residenze Sanitarie Assistite, N.d.R.] alle agevolazioni tariffarie sui consumi elettrici, tanto per citare alcuni esempi. In sostanza, sono interessati un gran numero di nuclei familiari (sono circa 7 milioni le Dichiarazioni ISEE compilate ogni anno) e le premesse normative fissate dalla Manovra Monti richiamano la volontà di rivedere la definizione di reddito disponibile e di migliorare la capacità selettiva dell’Indicatore, valorizzando in misura maggiore la componente patrimoniale e consentendo una differenziazione dell’Indicatore stesso per le diverse tipologie di prestazioni».
Tutte questioni che anche la FISH ritiene naturalmente di estremo interesse e per questo la Federazione – in previsione dell’elaborazione del nuovo Decreto attuativo – ha inviato al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero e al sottosegretario Maria Cecilia Guerra, un articolato documento di analisi e proposta per la revisione dell’ISEE, denominato appunto Considerazioni sulla revisione dello strumento dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e dei suoi ambiti di applicazione (consultabile integralmente cliccando qui).
«In questo nostro documento – viene spiegato dalla FISH – emerge con forza la necessità di tenere in considerazione, oltre al reddito e al patrimonio, anche il rischio di impoverimento a causa della disabilità e della non autosufficienza. Viene sottolineata quindi l’importanza di definire – prima di applicare in modo stringente l’ISEE – i Livelli Essenziali dell’Assistenza Sociale, ancora assenti nel nostro impianto normativo. Viene inoltre ribadita l’importanza di non considerare reddito le provvidenze assistenziali, quali la pensione sociale o l’indennità di accompagnamento per i disabili gravi, né che quest’ultima sia condizionata dallo stesso ISEE». (S.B.)
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