Lombardia: luci e ombre sulla riforma del welfare

È un documento assai corposo e complesso, quella recente Delibera della Giunta Regionale Lombarda, riguardante la gestione del Servizio Socio Sanitario per il 2012. Ad analizzarlo approfonditamente ci ha pensato la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), raccogliendo gli elementi, presenti e assenti, di principale interesse per le persone con disabilità e per le loro famiglie

Mappa della Lombardia, con evidenziazione delle ProvinceNella cosiddetta Delibera delle Regole 2012 della Giunta Regionale Lombarda [Deliberazione n. IX/2633, Seduta del 6 dicembre 2011, “Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale per l’Esercizio 2012”, N.d.R.] si parla di bisogni, dei rapporti con gli enti gestori, dei Piani di Azione Locali per la disabilità, di neuropsichiatria infantile, di assistenza domiciliare e di valutazione mutidisciplinare, ma anche dell’estensione del Servizio DAMA* negli ospedali della Lombardia e, forse, anche di case manager**.
Si tratta dunque di un testo che vale certamente la pena di leggere e analizzare, come la LEDHA*** (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) ha provato a fare, elaborando una specifica scheda (visionabile cliccando qui), che raccoglie gli elementi, presenti e assenti, di principale interesse per le persone con disabilità.

Quella Delibera è un documento corposo – composto da 166 pagine – e complesso, che rischia, analogamente a quello deliberato dalla Giunta Lombarda nell’anno precedente, di avviare processi di riforma del welfare lombardo per via amministrativa piuttosto che, come dovrebbe essere, per via legislativa.
La prima buona notizia è che il Fondo Socio Sanitario subirà un leggero incremento. La parallela cattiva notizia, invece – che si evince dalla lettura del bilancio – è che i fondi statali e regionali destinati agli interventi sociali subiranno una forte decurtazione, accentuando un’asimmetria tra due sistemi che invece dovrebbero godere di pari risorse e considerazione.

L’analisi della LEDHA si concentra in particolare sull’Allegato 15 della delibera che si occupa dell’area sociosanitaria, registrando innanzitutto un’analisi dei bisogni abbastanza approssimativa, che mette in luce quelli di alcuni (stati vegetativi e sclerosi laterale amiotrofica-SLA), trascurando quelli del resto delle persone con disabilità, anche con problematiche simili.
Il cuore del documento riguarda il rapporto fra ASL ed enti gestori, con una forte attenzione agli aspetti procedurali e di efficienza. Riteniamo in tal senso sia giunto il momento di chiedere un processo di radicale revisione del mandato e del modello di funzionamento dei servizi sociosanitari rivolti alle persone con disabilità, servizi che oggi, ad esempio, non sembrano in grado di rispondere alle indicazioni della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, con costi sociali ed economici non più sostenibili.
A livello territoriale, poi, saranno presto resi noti i Piani di Azione Locali dedicati alla disabilità delle quindici ASL lombarde, un’occasione importante per testare lo stato di ricezione e di attuazione del Piano d’Azione Regionale per le Politiche in Favore delle Persone con Disabilità (PAR) [Deliberazione di Giunta Regionale – DGR IX/983 del 15 dicembre 2010, N.d.R.], a livello territoriale, appunto, che è poi quello reale, della vita dei Cittadini.
E ancora, all’interno del capitolo Progetti e sperimentazioni si apprezza l’intenzione di procedere a un potenziamento della capacità di intervento delle Neuropsichiatrie Infantili e dei Centri di Riabilitazione, per verificare quale sia la natura dei problemi che stanno creando situazioni di disagio, se si tratta cioè di una questione di carenza di risorse o della loro organizzazione, formazione e funzionamento.
Un’importante novità della Delibera è data quindi dalla previsione di attivazione e funzionamento di Servizi di Valutazione Multidisciplinari, che vedranno estendere il proprio raggio di azione dal contesto dell’assistenza domiciliare a quello dell’insieme dei servizi socio sanitari. Sarà importante definire come l’attività di valutazione sia parte integrante e connessa dell’intero processo di presa in carico.
In materia di tariffe delle prestazioni rese nei servizi sociosanitari accreditati, la LEDHA non condivide invece la scelta annunciata dalla Regione di non riconoscere il concorso del Fondo Sanitario Regionale, nei casi di ricovero in strutture sanitarie.
A tal proposito, va ricordato che – riguardo a questi temi come a quelli generali delle modalità di accesso al sistema di protezione sociale – la stessa LEDHA ha recentemente resa pubblica un’attenta riflessione in materia di Livelli Essenziali Regionali e di presa in carico (se ne legga cliccando qui).

La Delibera, come già accennato, è un documento complesso, composto da quindici allegati, che trattano in gran parte di tematiche strettamente sanitarie e all’interno dei quali vi sono alcuni passaggi che sono di notevole interesse per le persone con disabilità.
Tra gli elementi che non si trovano nel documento spicca per altro la mancata previsione della prosecuzione dei percorsi formativi dedicati all’ICF [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.], così come, nell’area della disabilità, non si trovano riferimenti all’implementazione della figura del case manager, prevista dal Piano d’Azione Regionale, riferimento che invece si trova in modo molto interessante nell’Allegato 13, dedicato all’area della salute mentale.
Tra gli elementi positivi, poi, ritroviamo nell’Allegato 6, dedicato ai Piani e Programmi di Sviluppo, il riferimento all’estensione dell’esperienza DAMA presso l’Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano, all’insieme del territorio lombardo, facendo sperare che il 2012 sia l’anno in cui i percorsi di accoglienza ospedaliera dedicati alle persone con disabilità siano attivi in modo capillare in almeno un’Azienda Ospedaliera per ASL.
In quest’area – come nell’insieme degli Allegati della Delibera – non si trova infine alcun riferimento allo sviluppo delle opportunità di vita indipendente delle persone con disabilità, rendendo in questa occasione vano il richiamo all’articolo 19 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, citato in apertura dal Piano d’Azione Regionale sulle Disabilità della stessa Regione Lombardia.
Ebbene, senza questi elementi, l’affermazione del documento – che dà per avviato il passaggio dalla logica dell’offerta a quella della domanda – rischia di essere autoreferenziale, suonando come una semplice dichiarazione di intenti. (Giovanni Merlo)

*DAMA sta per Disabled Advanced Medical Assistance e si riferisce a un’iniziativa dell’Ospedale San Paolo di Milano, avviata in collaborazione con la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), ovvero un’unità operativa in grado di offrire una risposta rapida, diagnostica e d’orientamento terapeutico alle persone con deficit comunicativo.
**Con
case manager si intende la funzione per la presa in carico dell’utente, individuata dal Piano d’Azione Regionale per le Politiche in Favore delle Persone con Disabilità (PAR) della Lombardia (Deliberazione di Giunta Regionale – DGR IX/983 del 15 dicembre 2010).
***La LEDHA è anche la componente lombarda della
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Il testo della Delibera al centro del presente testo è disponibile cliccando qui. Il testo integrale della scheda elaborata dalla LEDHA è invece disponibile cliccando qui.
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