Un primo – anche se finora l’unico – segnale di apertura è giunto dalla Regione Lazio all’AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati), all’AIMAR (Associazione Italiana Malformazioni Anorettali) e alla FINCO (Federazione Italiana Incontinenti), organizzazioni protagoniste da molti giorni di una mobiltazione – come abbiamo riferito anche nel nostro sito (se ne legga cliccando qui) – che le aveva portate a chiedere ripetutamente un’audizione a Renata Polverini, presidente della Regione, tramite una lettera aperta.
In quest’ultima si faceva tra l’altro riferimento al nuovo Nomenclatore Regionale, applicato in connubio con le sanitarie e le farmacie laziali, scrivendo che «quest’ultimo ha dei costi che vanno ben oltre il limite della dignità umana poiché grazie all’accordo sottoscritto con le sanitarie laziali, esso ha tagliato (abbassato) del 25% i già inflazionati costi bloccati da tredici anni (Decreto Ministeriale 332/99). Ne consegue che nel Lazio potrebbero arrivare sacche, placche e cateteri cinesi senza garanzia alcuna. Diversamente, ogni persona stomizzata e incontinente è oggi costretta a integrare di tasca propria i costi alle sanitarie o alle farmacie, a causa degli oneri economici sottratti dalla Regione Lazio (manovra di bilancio)». «Si badi bene – concludeva la lettera – che parliamo di feci e urine e che pertanto pesanti sono le conseguenze e i costi indiretti che può provocare l’applicazione di dispositivi medici non idonei».
Ebbene, nei giorni scorsi – come detto – il segnale non è arrivato dalla Presidente della Regione, ma da Giuseppe Spata, sub commissario ad acta designato del Ministero della Salute per la Regione Lazio, che in un colloquio telefonico con il presidente della FINCO Francesco Diomede, ha assicurato che entro il 26 gennaio – data annunciata dalle Associazioni coinvolte, per una manifestazione di protesta di fronte alla Regione Lazio – le Associazioni stesse saranno convocate in Regione per cercare una soluzione alle problematiche poste in essere.
«Per noi pazienti – hanno però inteso ribadire gli esponenti di AISTOM, AIMAR e FINCO – tre punti restano irrinunciabili, vale a dire la qualità dei dispositivi medici, la libera scelta e il fatto che nulla si deve integrare. In tal senso, chi si farà integrare – economicamente parlando – verrà da noi denunciato alla Regione, alla Magistratura e alla Guardia di Finanza».
Per questo, dunque, non si arresta lo stato di agitazione e per il momento l’annunciata manifestazione è stata semplicemente rinviata a giovedì 2 febbraio.
Da segnalare infine – fatto assai significativo – che anche la FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), per tramite del proprio presidente Vincenzo Falabella, ha garantito la propria adesione a tali iniziative, compresa l’eventuale prossima manifestazione. (S.B.)