«Le disgrazie non vengono mai da sole», avevano scritto qualche settimana fa i responsabili del CESC (Coordinamento Enti Servizio Civile), riflettendo sul fatto che «dopo il taglio del 40% dei fondi destinati al Servizio Civile [se ne legga anche nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] la nota sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano, del 12.01.2012 ha bloccato le partenze dei volontari già selezionati e il mondo del Servizio Civile è finito nel caos».
Ma a quale Sentenza si riferiva esattamente il CESC? A quella emessa appunto il 12 gennaio scorso, dal Tribunale di Milano, dopo il ricorso intentato da un cittadino pachistano che vive in Italia – sostenuto dall’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e dall’Associazione Avvocati per niente -, che era stato escluso dalle selezioni del Servizio Civile perché senza cittadinanza italiana. Il provvedimento favorevole al diritto degli immigrati a svolgere il Servizio Civile aveva però causato contemporaneamente il blocco della partenza di tutti i diciottomila giovani pronti ad avviare il proprio servizio nel 2012.
Ora, tuttavia, è finalmente arrivata una buona notizia, per un settore tanto vessato, ed è che la Corte d’Appello di Milano ha di fatto sbloccato le partenze, ciò che è stato commentato con grande soddisfazione anche da Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione e l’Integrazione. «Si tratta di una decisione – ha dichiarato infatti – che consente ai giovani di partire per il loro servizio alla comunità nazionale e riporta serenità dopo giorni di comprensibile apprensione».
Le stesse associazioni ricorrenti, a fianco del cittadino pachistano – ASGI e Avvocati per niente – hanno voluto «ringraziare tutti i giovani volontari del Servizio Civile Nazionale, che hanno espresso in questi giorni solidarietà e apprezzamento per l’azione giudiziaria da noi promossa, dimostrando la loro adesione ai valori di uguaglianza, pari opportunità, solidarietà e inclusione sociale, comuni alla nostra azione, così come al loro impegno». (S.B.)
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