Tutto questo nel silenzio più totale

“Alta intensità e complessità esistenziale”: fredde parole per raccontare che cosa significhi una condizione di emergenza assistenziale che può durare da qualche settimana ad alcuni anni, talora anche decine di anni. «Chiedere dunque sia riconosciuta l’urgenza esistente quando ci si trova in questa situazione – scrive Chiara Bonanno Madussi in una testimonianza che non può lasciare indifferenti – è una garanzia per tutti, nessuno escluso, perché a tutti, proprio a tutti, può capitare di trovarsi in una condizione simile e il diritto di scegliere “se”, e soprattutto, “come” continuare a vivere non può essere affidato al sacrificio di chi ci ama»

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Per produrre quei gioielli serve uno sponsor

È molto bella e da valorizzare l’iniziativa imprenditoriale di tre giovani che non hanno neanche trent’anni, che intendono offrire un’opportunità di lavoro creativa e artigianale a otto persone con disabilità residenti a Betlemme, in Palestina. I tre intendono infatti fondare un’impresa sociale senza scopo di lucro con sede legale in Italia e organizzare a Betlemme la produzione di gioielli e accessori per moda. Il progetto è pronto, quello che manca ora è solo un finanziamento per poter coprire le spese di avviamento

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Stati vegetativi: le associazioni facciano fronte comune

Lo ha dichiarato Fulvio De Nigris, fondatore dell’associazione bolognese degli Amici di Luca e direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma, oltreché componente dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, a margine del convegno “Stati vegetativi e di minima coscienza in Italia: epidemiologia, ricerca, assistenza”, organizzato a Roma dal Ministero della Salute, in occasione della Seconda Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi. «Il ministro della Salute Balduzzi – ha aggiunto De Nigris – ha dato alcune indicazioni per un’interlocuzione forte con le associazioni, per passare dal “Libro bianco” a un “Libro verde” sugli stati vegetativi e di minima coscienza, che oltre a rilevare si occupi anche di superare le criticità esistenti»

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Area C di Milano: accesso libero con il contrassegno

I veicoli con contrassegno invalidi e gli autoveicoli per trasporti specifici, muniti permanentemente delle attrezzature speciali utili alle persone con disabilità motorie, sono esclusi dalle nuove regole entrate in vigore a Milano dal 16 gennaio, per diciotto mesi in via sperimentale, che prevedono un ticket d’ingresso per accedere alla “Cerchia dei Bastioni” del capoluogo lombardo. «In tale occasione – ha dichiarato Franco Bomprezzi, consulente del Comune di Milano per le politiche sulla disabilità – va sottolineata l’importanza di un uso corretto del contrassegno e delle autorizzazioni, tema fortemente sentito dall’intera opinione pubblica, e anche il fatto che un uso migliore e più vasto dei mezzi pubblici, da parte delle persone con disabilità e dei loro accompagnatori, oltre a far ridurre il traffico e l’inquinamento, può anche contribuire a un continuo miglioramento e controllo dell’accessibilità dei mezzi di superficie e delle linee metropolitane di Milano»

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La lebbra nel XXI secolo: il peso determinante dello stigma

Esiste ancora, ai giorni nostri, la lebbra, e la sua diffusione in alcune zone povere del mondo è causa di nuove disabilità. Ne parliamo con Sunil Deepak, responsabile del Dipartimento Medico-Scientifico dell’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raul Follereau), per capire qual è la situazione nel mondo oggi e cosa si può fare

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Aggiornamenti sulla sclerodermia

Riconoscere per tempo i primi segni della sclerodermia: è stato questo il tema al centro del Secondo Congresso Mondiale dedicato a questa rara malattia autoimmune, cronica ed evolutiva, nota anche come sclerosi sistemica, evento tenutosi nei giorni scorsi a Madrid. E alla fine di marzo è prevista la XVIII Giornata Italiana, centrata in particolare su un convegno che si terrà a Milano, a cura del GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia)

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Quando la neve rende «disabili»

«La neve – scrive Camillo Gelsumini, in questo suo incisivo “sfogo” dall’Abruzzo – è una barriera, più o meno come quelle che noi disabili troviamo sui nostri percorsi quotidianamente. Persone che si reputavano forti e gagliarde, all’improvviso si sono trovate bloccate in casa e giù, tutte a lamentarsi in televisione sul fatto che nessuno era andato a spalare la neve davanti casa loro… Chissà se questa esperienza di alcuni giorni “da disabili” ha infuso in qualcuno un po’ di consapevolezza in più!»

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Perché lascia perplessi quella Sentenza in Sicilia sul sostegno

Assegnando infatti il massimo del sostegno possibile a un alunno con disabilità, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia – confermando in tal senso un precedente provvedimento del Tribunale Amministrativo Regionale – lo ha fatto basandosi sulle indicazioni dell’ASL e non su quelle dei docenti. Questo – tenendo anche conto che da parte sua l’Amministrazione Scolastica continua a “tagliare” le ore di sostegno, senza fornire motivazioni di natura didattica – sta letteralmente snaturando la logica stessa dell’integrazione, fondata invece sulla presa in carico di tale progetto da parte di tutto il Consiglio di Classe, sostenuto dall’insegnante per il sostegno, al quale ne viene invece sempre più delegata l’intera formulazione e lo svolgimento

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Nessun «nemico» tra le persone con disabilità!

«Determinare e quantificare l’importanza e l’ammontare dei supporti a favore delle persone con gravi disabilità – scrive Giorgio Genta -, facendo prevalere l’esigibilità del diritto sulla “situazione di cassa”, dando di più a chi ha maggiori necessità, senza nulla togliere alle necessità degli altri, senza polemiche e personalismi: questa è la vera sfida, che segna la demarcazione tra il mondo astratto delle belle idee e quello concreto della fatica, del sudore e talvolta della rabbia»

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