«Mamma, io sono adulto?» (Enrico, 45 anni)

Si chiama così il convegno che si terrà il 17 febbraio a Padova, per aprire una riflessione sul riconoscimento dei bisogni e dei diritti della persona adulta con disabilità intellettiva, fornendo elementi utili a realizzare progetti di vita che tengano maggiormente conto delle esigenze di questa fase della vita. In particolare, ci si soffermerà sull'analisi delle risorse da attivare e sui processi che favoriscono l'incontro con i bisogni della persona e della sua famiglia anche in questo momento dell'esistenza

Giovane con disabilità intellettiva insieme alla madreCi sono l’ANFFAS di Padova (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), la Fondazione IRPEA (Istituti Riuniti Padovani di Educazione e Assistenza), il Villaggio Sant’Antonio ONLUS di Noventa Padovana e le rispettive Associazioni di Famiglie, insieme all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Rubàno (Padova), nel Comitato Organizzatore dell’incontro che si terrà venerdì 17 febbraio nella città veneta (Centro Culturale San Gaetano, Via Altinate, 71, ore 8.45-13.30), denominato “Mamma, io sono adulto?” (Enrico, 45 anni). Passaggi e cambiamenti nella vita del disabile intellettivo e della sua famiglia: limiti e opportunità.

«Non è facile pensare a uomini e donne con disabilità intellettiva – spiegano i promotori dell’iniziativa – come a degli adulti. Spesso abbiamo degli stereotipi con i quali li rappresentiamo come degli “eterni bambini”, fermi in un’età infantile invariabile e immutabile, che non permette di riconoscerne l’evoluzione dei bisogni nell’arco della vita. Certo, ci sono alcuni elementi che rendono più difficile pensare a un naturale percorso di crescita: spesso sono persone che abitano con i propri genitori fino a tarda età, non sono autonome economicamente, non hanno affettività oltre i familiari e la disabilità intellettiva pone loro un limite alla capacità di ragionamento, facendo sembrare i loro discorsi infantili. A volte, però, “infantili” potrebbero essere il nostro modo di vedere le cose e le risposte che poniamo in essere, perché ingenuamente non riusciamo a cogliere la dimensione adulta di queste persone».

Questo convegno, dunque, intende aprire una riflessione sul riconoscimento dei bisogni e dei diritti della persona adulta con disabilità intellettiva, per fornire elementi utili a realizzare progetti di vita che tengano maggiormente conto delle esigenze di questa fase della vita. In particolare, ci si soffermerà sull’analisi delle risorse da attivare e sui processi che favoriscono l’incontro con i bisogni della persona e della sua famiglia anche in questo momento dell’esistenza.
«È possibile – concludono gli organizzatori del convegno, ponendo alcuni quesiti che saranno al centro di esso – riconoscere maggiormente i bisogni e i diritti della persona adulta con disabilità intellettiva e dare risposte adeguate? Come costruire con la persona disabile intellettiva un progetto di vita che le permetta di esprimere pienamente una condizione adulta senza rimanere “congelata” in una permanente infantilità?».

All’incontro interverranno Claudio Imprudente, giornalista, scrittore e presidente del Centro Documentazione Handicap di Bologna (La dimensione adulta della persona con disabilità: uno sguardo imprudente), insieme a Luca Cenci ed Emanuela Marasca della stessa organizzazione; Vittore Mariani, docente di Pedagogia Speciale all’Università Cattolica di Milano (La disabilità come espressione della dimensione umana); Tiziano vecchiato, presidente della Fondazione Zancan di Padova (Diritti di cittadinanza nell’età adulta).
Le autorità saranno rappresentate da Fabio Verlato, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Padova e da Francesco Costantin, direttore dei Servizi Sociali dell’ULSS 16 di Padova. Il convegno sarà moderato infine da Danilo Salezze della Comunità San Francesco di Monselice (Padova). (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Segreteria Organizzativa, area.educativa@operadellaprovvidenza.it.
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