Se ci si mettono anche quelli che dovrebbero controllare…

Sarà pur vero che quei posti riservati ai disabili, all'Aeroporto di Milano Malpensa, erano monitorati da una telecamera e che se una persona con disabilità ne avesse avuto bisogno sarebbero stati liberati, e tuttavia ci sembra quanto meno opportuno il messaggio-appello lanciato qualche giorno fa da Simone Fanti, nel blog "InVisibili" del «Corriere della Sera», ove si allarga la prospettiva anche a casi riguardanti macchine delle forze dell'ordine tranquillamente sistemate sui parcheggi dei disabili e si lancia un appello a segnalare ogni caso simile a questi

Nella foto di Simone Fanti, il furgone della Società Apcoa che occupa un posto riservato alle persone con disabilità, nel parcheggio dell'Aeroporto di Milano MalpensaBen volentieri riprendiamo il messaggio-appello lanciato nei giorni scorsi da Simone Fanti, all’interno di InVisibili, il nuovo blog sulla disabilità del «Corriere della Sera.it» (se ne legga nel nostro sito cliccando qui).
«Venerdì 17 febbraio, ore 8, al parcheggio di Milano Malpensa – ha scritto Fanti -un furgoncino dell’Apcoa (la società che gestisce il parking aeroportuale) era comodamente parcheggiato sui posti dei disabili. Non è la prima volta che noto questa tendenza. Mi era già capitato all’Aeroporto di Linate, dove, alle mie proteste, era stato risposto che i parcheggi erano monitorati con le telecamere e che il furgoncino sarebbe stato spostato, qualora non ci fossero stati più posti disponibili. Venerdì, però, i posti erano finiti, ma il furgone era lì».
«Inoltre – scrive ancora Fanti – una parte dei parcheggi erano occupati abusivamente da auto prive del contrassegno. Ora mi chiedo: chi controlla?». Non a caso, infatti, la nota pubblicata da InVisibili è intitolata proprio Chi controlla i controllori?

Sempre secondo Fanti, poi, questo è semplicemente un esempio tra i molti possibili. «In Facebook – annota infatti – girano oramai da qualche settimana le foto di vetture delle forze dell’ordine lasciate sui posti disabili». «Spero almeno – è il commento – che dovessero compiere un servizio urgente e non fossero andati a bere un caffé».
Per tutto ciò, quindi, l’appello che viene lanciato ai lettori è quello di «denunciare casi simili, mandando le foto e segnalando il luogo dello scatto. Le pubblicheremo sul “muro della vergogna”». Un appello che naturalmente facciamo nostro, segnalando l’indirizzo di Simone Fanti, che è simone.fanti@rcs.it. (S.B.)

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