Il coro delle nostre famiglie

di Giorgio Genta*
Poche parole in più sull'aberrante tesi espressa da quei due "ricercatori" nell'articolo scientifico intitolato "Aborto post-natale: perché il neonato dovrebbe vivere?", già ampiamente commentate nel nostro sito da Franco Bomprezzi e altrove anche dal bioeticista Adriano Pessina. Sono le voci provenienti da quel coro di famiglie, che si ritengono del tutto offese - etica a parte - vedendo che il loro lavoro di anni e anni di cure e riabilitazione viene ritenuto meno conveniente per la società di un assassinio "in fasce"!

Salvador Dalí, «La persistenza della memoria»Alle ragioni concrete – sia sotto il profilo storico che umano e personale – espresse con sbollita rabbia da Franco Bomprezzi nel suo bellissimo editoriale pubblicato da Superando nei giorni scorsi (disponibile cliccando qui), ove letteralmente seppellisce nel “cimitero del pensiero stupido” l’aberrante tesi dei “ricercatori” Alberto Giubilini e Francesca Minerva, espressa nell’articolo del «Journal of Medical Ethics», intitolato After-birth abortion: why should the baby live? (“Aborto post-natale: perché il neonato dovrebbe vivere?”), si aggiunge ora anche la confutazione filosofica della medesima, da parte del bioeticista Adriano Pessina (disponibile cliccando qui), redatta, a parere di chi scrive, in termini ammirevolmente laici.

Nulla vi sarebbe da aggiungere alla forza di tali “voci soliste” – nel senso di voci che esprimono anche da sole la potenza del canto – se non il sottofondo del coro delle nostre famiglie, che si sono sentite veramente offese – etica a parte – a veder considerato il loro lavoro di anni e anni di cure e riabilitazione meno conveniente per la società di un assassinio “in fasce”. Forse gli autori “aberranti” hanno scordato che solo l’amore è gratis?

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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