Le miastenie congenite

Un’ampia scheda dedicata alle miastenie congenite – malattie molto più rare rispetto alle miastenie su base autoimmune – caratterizzate da una severità molto variabile, anche da caso a caso, e che abitualmente esordiscono in età infantile. Scopriamone via via la classificazione delle forme finora identificate, le caratteristiche cliniche, la diagnosi e i trattamenti possibili, ricordando che si sta parlando di un settore che è tuttora oggetto di studi oltreché di scoperte quanto mai recenti

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Capaci di apprezzare la bellezza di un corpo diverso

«Se trattiamo il corpo come una cosa – scrive Simona Lancioni – stiamo trattando come una cosa anche la persona incarnata in esso: questo non può e non dev’essere accettato». Tra moda e disabilità, corpo della donna (disabile e non) e bellezza, un’ampia riflessione che prende spunto da alcuni contributi apparsi in queste settimane nel nostro sito. «Il giorno in cui – conclude Lancioni si sarà capaci di riconoscere e apprezzare la bellezza di un corpo diverso e quella della persona che ci abita dentro, quel giorno saremo tutte un po’ più libere»

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Tavolo Permanente di Confronto tra Governo, Terzo Settore e Volontariato

Ha avviato il proprio lavoro a Roma il Tavolo Permanente di Confronto tra Governo, Terzo Settore e Volontariato, che fornirà il contesto per un confronto fattivo sull’impostazione delle politiche che coinvolgono o hanno riferimento diretto con il Terzo Settore e il Volontariato, come, ad esempio, gli effetti delle modifiche della normativa fiscale sulle organizzazioni sociali, l’armonizzazione dei registri e delle banche dati riguardanti le diverse soggettività o le tematiche relative al 5 per mille

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Napoli: non finisce proprio qui il Progetto «Vediamo di Muoverci!»

Infatti, anche nel convegno conclusivo della bella iniziativa promossa dall’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi) del capoluogo campano – volta ad abbattere le barriere architettoniche e culturali – i rappresentanti istituzionali hanno assunto l’impegno di continuare la campagna di sensibilizzazione per il diritto alla mobilità delle persone con disabilità, facendo proprie le proposte presentate durante la giornata, che faranno parte del lavoro della nuova struttura di coordinamento per le politiche sociali, istituita di recente dall’Amministrazione Comunale di Napoli

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Perché mi serve un disability manager?

Lo spiegheranno bene i partecipanti all’omonimo incontro organizzato per il 30 marzo a Monterotondo (Roma) dalle Associazioni SuperInsieme (Reti per il Sostegno al Disagio Psicosociale) e AFIMID (Associazione Familiare per l’Integrazione dei Minori Disabili), in collaborazione con Il Tamburo ONLUS, profondamente convinte che «per gli enti che inseriranno nei loro Comuni la figura del disability manager, questo comporterà un enorme risparmio in termini economici, con un ulteriore vantaggio che si ripercuoterà sul piano del miglioramento della qualità di vita, inizialmente delle persone svantaggiate e delle loro famiglie, ma successivamente dell’intera cittadinanza o comunità»

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Tutti allo stadio? Sì, a parte quel piccolo dettaglio

Il nuovo stadio della Juventus a Torino è sicuramente una struttura pensata per accogliere tutti, anche i tifosi con disabilità, ma è clamoroso constatare come la progettazione architettonica si perda di fronte a un piccolo, insignificante, ma decisivo dettaglio: gli spettatori si alzano in piedi – quelli che possono farlo, ovviamente – specie quando l’azione si fa interessante e pericolosa sotto porta…

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Certo, La Scala non è il teatro di Concorezzo, ma proprio per questo…

«Proprio perché La Scala è un luogo unico e speciale – scrive Marco Rasconi, presidente di LEDHA Milano (Lega per i Diritti delle persone con Disabilità) – ci aspetteremmo una maggior apertura al dialogo e una maggior disponibilità, per far sì che anche le persone con disabilità potessero godere appieno dell’offerta culturale esclusiva che La Scala stessa propone»: ripercorriamo insieme alla LEDHA le tappe di una vicenda discriminatoria nei confronti di una persona con disabilità, da parte di una delle istituzioni culturali italiane più celebri nel mondo – La Scala di Milano, appunto – alla quale sembra quanto meno doveroso chiedere una maggiore apertura al confronto

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