E in quest’anno 2012, tutti i nodi stanno venendo al pettine! Dal 2008 ad oggi, infatti, lo Stato Italiano ha tagliato quasi il 90% dei fondi sociali – azzerando, tra l’altro, il Fondo per la Non Autosufficienza – e le varie Finanziarie che si sono succedute hanno tagliato i trasferimenti agli Enti locali a tal punto da mettere in discussione i servizi socio-assistenziali essenziali ai Cittadini di questo Paese e in particolar modo alle persone con disabilità e alle loro famiglie.
Nella Regione Lombardia, lo scorso anno, si è riusciti a controbilanciare i mancati trasferimenti con una rimodulazione complessiva di adeguamento al bilancio, che ha permesso di mantenere sostanzialmente lo stesso livello dei finanziamenti al “capitolo sociale” dell’anno precedente.
Per quest’anno prendiamo atto di un taglio di 30 milioni di euro sul Fondo per le Politiche Sociali che sommato agli altri minori trasferimenti, equivale a una diminuzione di circa 100 milioni di euro ai Comuni della nostra Regione [di questo si legga anche nel sito della LEDHA, cliccando qui, N.d.R.].
Di fronte a questo vero e proprio “tsunami sociale”, cominciano ad arrivarci i primi segnali fortemente preoccupanti [se ne legga anche nel nostro sito, cliccando qui, N.d.R.], per cui i principali capitoli di spesa che si prevede di tagliare sono quelli legati alla Legge 162/98, ovvero la norma finora utilizzata per finanziare i progetti personalizzati e quelli per la Vita Indipendente.
La LEDHA ritiene queste decisioni non solo sbagliate e gravemente lesive della dignità delle persone con disabilità, ma anche miopi da un punto di vista della qualità del sistema welfare lombardo e della sua tenuta economica.
Infatti, nella Regione “patria” dei voucher come strumento di politiche sociali e di valorizzazione del ruolo della persona e della sua famiglia, come attori protagonisti del sistema sociale, risulta difficile comprendere come mai la Giunta Regionale non supporti ancora un modello sociale basato sul concetto di Vita Indipendente che si riferisce appunto al diritto all’autodeterminazione della persona con disabilità (o attraverso il proprio legale rappresentante) e che favorisce la “famiglia”, ridando spazi di autonomia reciproca (si veda a tal proposito, cliccando qui, anche il Manifesto della Vita Indipendente di ENIL Italia, l’European Network on Independent Living).
Nelle Regioni in cui è stata approvata una legge specifica in materia di Vita Indipendente (Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna…), si è potuto verificare come questo tipo di approccio non solo porti a un indubbio miglioramento della qualità e della dignità della vita delle persone con disabilità, ma rappresenti anche un investimento virtuoso nei confronti dei costi sostenuti per “mantenere” un cittadino in un’Istituzione protetta.
Per questo la LEDHA intende lanciare una campagna di sensibilizzazione sul diritto alla Vita Indipendente nella nostra Regione, inviando una lettera-appello al presidente della Regione Formigoni e a tutti i Sindaci dei Comuni lombardi, chiedendo di salvaguardare i progetti già in atto, per poi aprire un tavolo di confronto con la Regione Lombardia e l’ANCI Lombardia (Associazione Nazionale Comuni Italiani), per verificare la possibilità di costruire anche nella nostra Regione una revisione del welfare che – partendo dal percorso individuato dal PAR [Piano di Azione Regionale sulla Disabilità, N.d.R.] – garantisca ad ogni persona con disabilità la possibilità di creare le condizioni per realizzare un proprio progetto di vita.
La LEDHA avvierà inoltre una serie di confronti tra il mondo associativo, per individuare lo strumento migliore, utile a vedere riconosciuto questo diritto.
Riformiamo il welfare lombardo, ripartiamo dai progetti di vita personalizzati, ripartiamo dalla Vita Indipendente!
*Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente regionale lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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