Per una vera integrazione anche nelle comunità ecclesiali
Un fatto di cronaca riferito in questi giorni dalla stampa – riguardante un sacerdote che avrebbe negato l’Eucaristia a un bimbo con disabilità intellettiva, ciò che poi è stato per altro smentito – costituisce lo spunto più propizio per riflettere sulla necessità di una vera integrazione delle persone con disabilità anche nella comunità ecclesiale, al pari di quella sociale, operata nelle scuole e nella società civile. E secondo Salvatore Nocera, persona credente e con disabilità, basterebbe sapere interpretare con profondità quanto già chiaramente scritto in vari documenti della Chiesa Cattolica, successivi al Concilio Vaticano II, ovvero, ad esempio, il riconoscimento di «un’intelligenza “metacognitiva” e simbolica, fondata su aspetti apprenditivi affettivi ed emozionali, che è la modalità con cui molto più facilmente acquistano conoscenza le persone con disabilità intellettive»