«L’adozione del Decreto Legislativo n. 28 del 4 marzo 2010 – si legge nell’Avviso Pubblico per la selezione e la formazione di 12 soggetti idonei da abilitare alla mediazione civile e commerciale, di cui all’articolo 60 della Legge 69/2009, nello specifico settore delle discriminazioni – ha avviato anche in Italia una vera e propria rivoluzione culturale, prima ancora che giuridica. Infatti, con il richiamato provvedimento legislativo (con il quale è stata data attuazione all’articolo 60 della Legge 69/09 recante delega per il recepimento della Direttiva Comunitaria n. 2008/52/CEE), è stato introdotto nel nostro ordinamento in modo organico e assai ampio l’istituto della mediazione nel campo civile e commerciale. Questo nuovo istituto consiste nell’attività svolta da un terzo imparziale ed è finalizzata ad assistere due o più soggetti nella ricerca di un accordo amichevole, per la composizione della loro controversia. Si tratta, dunque, di uno strumento assai importante che, oltre ad un più generale effetto deflattivo del contenzioso civile e commerciale, può avere un’ampia applicazione come valida alternativa al giudizio, anche nel campo del contrasto alle varie forme di discriminazione».
Tale iniziativa – quella dell’Avviso Pubblico – proviene dall’UNAR, l’Ufficio Nazionale per la Promozione della Parità di Trattamento e la Rimozione delle Discriminazioni della Presidenza del Consiglio, con il quale anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha costruito già da tempo una fattiva collaborazione, rivolta, segnatamente, alle varie discriminazioni riguardanti le persone con disabilità.
Significativa, in tal senso, è anche la parte successiva dell’Avviso Pubblico, ove si scrive: «La negoziazione diretta tra le parti o la mediazione attraverso un terzo imparziale dovrebbero costituire il principale e preliminare strumento per ottenere la tutela dei diritti fondamentali e, in particolare, la tutela delle vittime di condotte antidiscriminatorie. La negoziazione e la mediazione sono, infatti, strumenti efficienti perché recuperano la relazione, facilitano la comprensione dell’altro, consentono di trovare soluzioni vantaggiose per tutte le parti, soddisfano i bisogni, rispettano i valori fondamentali, rendono gli impegni assunti dalle parti attraenti ed efficaci. In tema di discriminazione, la mediazione personale presenta, inoltre, un particolare vantaggio costituito dalla sua intrinseca riservatezza che potrà aiutare a fare emergere quei casi che rimangono nascosti per paura di ritorsioni da parte di persone che non sanno di potersi tutelare o che sapendolo non lo fanno».
Non può a questo punto non tornare alla mente un dato spesso denunciato su queste pagine e rilevato oggi stesso da Silvia Cutrera quando – riferendo del Meeting di Vienna sui Diritti Fondamentali nell’Unione Europea e parlando di violenze e discriminazioni nei confronti delle donne con disabilità – scrive: «Denunciare questi abusi non è facile. Le donne con disabilità sono totalmente dipendenti da chi ha perpetrato la violenza e il timore di perdere il sostegno di cui hanno bisogno ostacola il ricorso alla giustizia» (il testo integrale di Cutrera è disponibile cliccando qui).
Nell’ambito quindi del Programma di attività di formazione e costituzione di un network di mediatori abilitati alla conciliazione di cui all’art. 60 della legge 69/2009 nello specifico settore della discriminazione, l’UNAR ha lanciato il presente Avviso Pubblico, affidandone l’esecuzione all’Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani, per selezionare appunto dodici esperti da formare gratuitamente, come mediatori civili e commerciali, specializzati nello specifico ambito della tutela antidsicriminatoria.
Il corso – della durata di sessanta ore – si svolgerà nel mese di giugno prossimo e le domande di partecipazione dovranno pervenire entro il 5 maggio. (S.B.)
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