Spesso i limiti stanno solo nella testa

a cura di Dorotea Maria Guida
Sono parole di Claudio Mirabile, uno dei due handbikers piemontesi che incontriamo in questa nostra intervista. L'altro è Christian Coccato, di esperienza più recente, ed entrambi - in questi mesi - stanno anche partecipando al terzo Giro d'Italia di Handbike, disciplina di crescente successo e popolarità

Christian Coccato con un suo inseparabile amicoChristian Coccato e Claudio Mirabile sono due promettenti atleti della  P.A.S.S.O. (Promozione Attività Sportiva Senza Ostacoli) di Cuneo, accomunati dallo stesso destino della paraplegia dopo un incidente in moto.
Il 22 aprile scorso ritornavano entrambi da due note maratone, ove avevano gareggiato sul loro handbike, ovvero – per chi ancora non lo sapesse – quella disciplina di crescente popolarità e successo, ove appunto l’handbike (“bici a mano”, tradotto letteralmente dall’inglese) è quel tipo di bicicletta speciale nella quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle gambe. Con essa si svolgono gare a livello nazionale e internazionale, suddivise in categorie secondo la gravità dell’handicap fisico di ogni atleta.
Proprio in questi mesi, tra l’altro, è in corso di svolgimento il terzo Giro d’Italia di Handbike, alla cui seconda tappa di Montalto di Castro (Viterbo), il 25 aprile avrebbero partecipato gli stessi Coccato e Mirabile.

Classe 1981, di Gassino Torinese (Torino), il 22 aprile Christian Coccato tornava dalla Mezza Maratona di Genova nella quale gli organizzatori gli avevano chiesto di partecipare per un’esibizione in handbike: «È stata una bella “pedalata” di allenamento – racconta – in un bel circuito cittadino di 21 chilometri molto caratteristico. L’esibizione è stata riuscitissima e si è rivelata un modo per far conoscere sempre di più l’handbike».
Classe 1975, Claudio Mirabile, che vive a Sommariva Bosco (Cuneo), tornava invece dalla Maratona di Padova, istituita nel 2000 nell’Anno del Giubileo e ambitissima per numero e preparazione degli atleti. Claudio era andato infatti proprio per gareggiare con i “big” dell’handbike, tra i quali il noto ex pilota di Formula Uno Alex Zanardi, che ha vinto nella specialità MH4. Mirabile avrebbe voluto star dietro ai favoriti della gara – oltre a Zanardi, anche Paolo Cecchetto -, ma al quindicesimo chilometro era uscito di strada e rimesso poi in pista, aveva continuato a gareggiare tenacemente, arrivando diciassettesimo su quarantadue partecipanti.

Come ti sei appassionato all’handbike?
Coccato: «Ho avuto l’incidente nel 2010, sulle curve di Cortemiglia. All’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure ho conosciuto due ragazzi che gareggiano per la P.a.s.s.o Cuneo (Diego Ferrero e Francesco Fieramosca), che mi hanno fatto provare l’handbike in occasione di un’esibizione in città. In seguito mi hanno messo in contatto con il presidente della Polisportiva Sergio Anfossi».
Mirabile: «Dopo l’incidente nel 2005, ho riflettuto per un anno intero su cosa avrei fatto della mia vita. In seguito degli amici mi hanno presentato Anfossi della P.a.s.s.o che mi ha proposto l’handbike e nel 2007 ho cominciato a gareggiare senza tante pretese, giusto per socializzare e tenermi in movimento. Poi dal 2011 ho iniziato ad allenarmi intensamente con l’aiuto di un preparatore, per sfruttare al massimo tutte le mie potenzialità».

Claudio Mirabile con Alex ZanardiChe cosa provi quando gareggi e affronti le sfide?
Mirabile: «Quando scendo in pista con l’handbike, mi sento pervadere da una scarica  di adrenalina che ripaga tutte le fatiche degli allenamenti. Gareggiare mi permette di confrontarmi con gli avversari, riesco a migliorare i miei limiti e il migliorarmi mi appaga. La gara è una sfida, principalmente con noi stessi e prepara alle sfide più severe della vita».
Coccato: «Partecipare per me è stimolante perché ho sempre fatto sport di competizione – soprattutto calcio e snowboard – e quando c’è da competere con altri, la carica non manca mai. Ho sempre amato più gli sport di squadra e non ho mai amato la bicicletta “normale”, ma l’handbike è diversa perché lavorare di braccia mi stimola di più. L’handbike mi ha subito catturato e fatto rinascere».

Quindi per voi lo sport è stato ed è molto importante…
Coccato: «Lo sport è importante per chi ne è appassionato, non giudico chi non ne fa, perché si può vivere benissimo senza, ma se è una passione, allora diventa una parte fondamentale nella vita di chi lo pratica. La mia carriera in handbike è appena iniziata, penso proprio che continuerò ad allenarmi seriamente perché devo raggiungere il livello degli altri che hanno una preparazione tecnica molto elevata».
Mirabile: «L’aiuto che dà lo sport nel riportare alla vita chi ha avuto dei traumi importanti è fondamentale. Ci fa comprendere che possiamo ritornare a far tutto e anche di più, perché spesso i limiti sono solo nella nostra testa».

E la prossima gara?
«A Montalto di Castro (Viterbo) il 25 aprile, per la seconda tappa del Giro d’Italia [svoltasi successivamente. Se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]». E stavolta rispondono in coro!

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