Al lavoro per un vero superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari

Non un semplice trasferimento delle persone ancora internate negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) ai "mini OPG" regionali, previsti dalla recente Legge 9/12, ma il loro inserimento sociale, con progetti terapeutico riabilitativi individuali, diversificati a seconda dei bisogni assistenziali: questo ha ribadito il Comitato Stop OPG, nella sua Audizione presso la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sull'Efficacia e l'Efficienza del Servizio Sanitario Nazionale. Infatti, come sottolineano i rappresentanti del Comitato stesso, «riprodurre con le nuove strutture pratiche di istituzionalizzazione il binomio "cura e custodia" tipico del manicomio, sarebbe un fallimento»

Ombra di persona furori da un Ospedale Psichiatrico GiudiziarioRicevuto in Audizione dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’Efficacia e l’Efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, il Comitato Stop OPG -voluto da numerose organizzazioni del Terzo Settore, oltreché sindacali, impegnate per l’abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari – ha ancora una volta espresso la propria grande preoccupazione, per il rischio che tutto il processo di superamento deli stessi OPG (sancito dalla recente Legge 9/12) si riduca al trasferimento delle persone internate nei “mini OPG”, ovvero le nuove strutture regionali di internamento previste dalla nuova Legge, ove saranno disposte le misure di sicurezza detentive in luogo di quelle attuali.

«Mentre infatti oltre 1.300 persone restano internate nei vecchi OPG – sottolinea a nome del Comitato Stefano Cecconi -, non risulta che in generale le Aziende Sanitarie Locali e i Dipartimenti di Salute Mentale stiano organizzando la presa in carico e le dimissioni. Tutta l’attenzione, infatti, sembra oggi concentrata sulla discussione, tra Ministero della Salute e Conferenza delle Regioni, sul decreto che deve fissare i requisiti dei cosiddetti “mini OPG”».
«Il vero obiettivo del processo di superamento degli attuali Ospedali Psichiatrici Giudiziari – prosegue Cecconi – dev’essere invece la dimissione delle persone internate e il loro inserimento sociale, con progetti terapeutico riabilitativi individuali, diversificati a seconda dei bisogni assistenziali. Riprodurre infatti con le nuove strutture pratiche di istituzionalizzazione il binomio “cura e custodia” tipico del manicomio, sarebbe un fallimento».

Per questo, dunque,  Stop OPG ha presentato in sede di Audizione una serie di proposte – contenute in un ampio documento disponbile cliccando qui – per far sì che la nuova legge venga attuata con la priorità assoluta di garantire alle persone misure alternative all’internamento e al ricovero e destinando le risorse stanziate ai Dipartimenti di Salute Mentale.
«In tal senso  – conclude il rappresentante del Comitato – ci siamo resi disponibili, con i nostri Comitati Regionali, a monitorare l’attuazione di tale percorso. E abbiamo infine confermato anche la necessità di intervenire alla radice stessa del problema, con la modifica degli articoli del Codice Penale e di Procedura Penale  inerenti a imputabilità, pericolosità sociale e misure di sicurezza, che sono all’origine del retrivo istituto giuridico dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario». (S.B.).

Sui temi trattatti nel presente testo, suggeriamo anche la lettura – sempre nel nostro sito – di: Rifiutiamo di passare dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ai «manicomi privati» (di Stefano Cecconi e Fabrizio Rossetti, cliccare qui) e I «nuovi vestiti» degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (di Franco Rotelli, cliccare qui).
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