«La vita è una tela meravigliosa e lo sport la colora»: Beatrice “Bebe” Vio sa sempre trovare le parole giuste! Anche quando si trova all’interno del palazzo della più importante istituzione continentale e con i massimi esponenti del Parlamento Europeo davanti, come è successo in questi giorni a Bruxelles (se ne legga cliccando qui).
Questa è un’altra delle cose che stupiscono di una ragazzina di quindici anni appena compiuti, che ne ha molte per lasciare a bocca aperta: ha passato momenti difficilissimi (un’amputazione dei quattro arti a 11 anni), è l’unica al mondo a tirare di scherma senza i quattro arti, il Comitato Paralimpico Internazionale l’ha scelta quale tedofora a Londra 2012, a rappresentare i “Futuri paralimpici” [si legga anche, cliccando qui, il nostro ampio servizio, curato da Barbara Pianca, e intitolato Bebe, la storia di una campionessa, N.d.R.].
«La vita è una tela meravigliosa e lo sport la colora»: per trovare una frase del genere, un esperto di marketing o uno scrittore affermato ci avrebbe messo qualche settimana di lavoro (e se la sarebbe fatta strapagare). A Bebe è venuta così, quando le hanno chiesto di riassumere il suo modo di intendere la vita.
Lo stupore diventa poi riflessione: quanto è difficile poter pensare di riempire la vita di colori? Bebe vede nello sport il modo di colorarla. Altri nell’arte. Altri ancora nel lavoro. Ma questo non è per tutti.
Queste le parole del vicepresidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli, all’incontro su Minori e disabilità al quale ha partecipato anche Bebe, che ha regalato al presidente Martin Schulz un mazzo di carte colorato e disegnato da lei per Art4Sport, associazione che promuove lo sport paralimpico, nata dalla sua storia: «Secondo i dati Eurostat, le persone con disabilità nell’Unione Europea sono 80 milioni, oltre il 15% della popolazione, ma una persona disabile su due non ha mai partecipato ad attività ricreative o a uno sport. Un terzo di tutte le persone disabili non ha mai fatto un viaggio all’estero o anche partecipato a gite di un giorno, a causa dell’inaccessibilità di strutture e servizi. Questo non è ammissibile».
A Bruxelles ha preso la parola anche il papà di Bebe, Ruggero: «Non lasciate sole le famiglie». Colorare quella tela meravigliosa che è la vita: le parole di Bebe fanno pensare. Ancor più perché dette da lei. Un altro motivo per dirle grazie.
*Il presente articolo è apparso (con il titolo Bebe che sa trovare le parole giuste) anche in InVisibili, blog del «Corriere della Sera» (di quest’ultimo si legga anche nel nostro sito cliccando qui). Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al contesto, per gentile concessione di tale testata.