Poco più di una settimana fa, grazie alla segnalazione di un Lettore, avevamo riferito (se ne legga cliccando qui) della Delibera n. 53, approvata il 29 febbraio scorso da Roma Capitale, con la quale in sostanza si era stabilito che le agevolazioni sui mezzi dell’ATAC (l’Azienda del Trasporto Autoferrotramviario del Comune di Roma) dovessero d’ora in poi essere rilasciate a seconda del reddito, attraverso il modello ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e con il pagamento del titolo di viaggio da mensile ad annuale.
Ciò che aveva poi suscitato le maggiori perplessità – per usare un eufemismo – era stato il tetto fissato per usufruire delle agevolazioni, vale a dire 20.000 euro annui lordi, cifra che avevamo definito «tutt’altro che “da pascià”».
Sulla questione – come ci riferisce ora Dino Barlaam, direttore dell’AVI (Agenzia per la Vita Indipendente) di Roma – le associazioni romane delle persone con disabilità hanno rapidamente sollecitato un incontro con l’Amministrazione Comunale, trovando una risposta positiva da parte del vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali Sveva Belviso, che ha motivato il provvedimento con la «mancanza di coordinamento fra gli Assessorati coinvolti» e ha dato quindi ampia assicurazione sulla «volontà politica di ripristinare le agevolazioni con le modalità precedenti».
In particolare, ha scritto il Vicesindaco in un messaggio rivolto alle associazioni, «le agevolazioni per gli abbonamenti alle persone con disabilità non possono essere valutate alla stregua di altri provvedimenti economici» ed «è stato deciso che i costi a carico delle persone con disabilità rimangano invariati». «Preso atto della pubblica ammenda dell’Assessore – commenta Barlaam – siamo ora in attesa che vengano date disposizioni coerenti all’ATAC ed agli Uffici dei Municipi».
Bene, insomma, le parole, si attendono ora i fatti. Senza nemmeno dimenticare mai che – sempre sul “fronte” dei trasporti pubblici – solo un mese e mezzo fa il Comune di Roma era stato condannato in base alla Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni), per la sostanziale inaccessibilità dei propri trasporti pubblici (se ne legga cliccando qui), tramite la Sentenza prodotta dalla Seconda Sezione Civile del Tribunale di Roma, che aveva fissato in 5.000 euro la somma di risarcimento per danni non patrimoniali a chi aveva avviato l’azione, oltre alla richiesta di mettere a norma una serie di fermate dei mezzi pubblici.
Per l’accessibilità, dunque, restiamo in fervida attesa. Per il momento, almeno, sembra che le agevolazioni rimangano. (S.B.)
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