Fa un passo avanti la Proposta di Legge sul “dopo di noi”

Primo via libera, da parte della Commissione Affari Sociali della Camera, per la Proposta di Legge - ferma da anni - denominata "Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare"

Disegno di sagoma in carrozzina davanti a una casaProprio recentemente ci eravamo occupati della Proposta di Legge C-2024 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare), volta ad ottenere un fondo pubblico di sostegno per le persone non autosufficienti, ma ferma ormai da anni alla Camera.
Dopo oltre un anno, tuttavia – esattamente nel mese di aprile scorso – l’esame e la discussione erano ripresi presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera ed è ora notizia di questi giorni che la Commissione stessa ha dato il primo via libera a quel testo, noto semplicemente come “Proposta di Legge sul Dopo di Noi”.
Infatti, Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, si è rimessa alla Commissione su tutti gli emendamenti via via presentati e ora il testo unificato approvato passerà all’esame delle Commissioni competenti.

Soddisfazione è stata espressa dalla deputata Livia Turco, prima firmataria della proposta. «Si tratta – ha commentato – di un voto molto importante e atteso da tanti genitori preoccupati non solo per il presente, ma anche per il futuro dei loro figli, quando non ci sarà più nessuno che potrà prendersi cura di loro. Sono state create case di accoglienza per queste persone, fino ad oggi sostenute solo dal volontariato: la legge che ora ha ricevuto un primo via libera stabilisce che ci sarà anche il contributo dello Stato, intanto con 150 milioni di euro presi dai giochi d’azzardo».
«A questo punto – conclude Turco – mi auguro che l’iter definitivo sia rapido, per dimostrare che questa legge renderà possibile dare risposte al dramma sociale di tutte quelle persone che si domandano: “Quando saremo morti che ne sarà dei nostri figli disabili?”». (S.B.)

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