Due figli gemelli di 33 anni, entrambi con una grave forma di distrofia muscolare, costretti a vivere a letto, in un ambiente continuamente climatizzato e la cui vita dipende da un respiratore elettrico. I genitori, però, non sono più in grado di pagare le bollette da capogiro che continuano ad arrivare e così Antonio Quarta – come leggiamo in una nota dell’Agenzia ANSA, che aveva ripreso a propria volta una storia raccontata dall’edizione di Lecce della «Gazzetta del Mezzogiorno» – dichiara “semplicemente”: «Se mi staccano la luce o il gas, i miei figli muoiono!». «Ho presentato alla Regione Puglia – racconta ancora Antonio – la domanda per ricevere l’assegno personalizzato (800 euro), che mi spetta di diritto, uno per ciascuno dei miei figli, ma quei soldi non arrivano, mentre continuano ad arrivare le bollette e gli enti minacciano di sospendere il servizio».
Non certo, quindi, una delle tante “storie dalla crisi”, ma una vicenda a dir poco drammatica, specie considerando che in questo settore esistono da qualche anno delle norme – a ricaduta di provvedimenti europei – proprio a tutela di chi vive in gravi condizioni di salute.
Pensiamo, ad esempio, a quel Decreto di fine 2007 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (Determinazione dei criteri per la definizione delle compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica per i clienti economicamente svantaggiati e per i clienti in gravi condizione di salute), ove si fa esplicito riferimento a «persone in gravi condizioni di salute che necessitano dell’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche necessarie per la loro esistenza in vita e alimentate ad energia elettrica» (il testo del Decreto è disponibile cliccando qui).
Fortunatamente, nel giro di qualche ora vi sono stati sviluppi rassicuranti e questa stessa nota – che in origine avrebbe dovuto essere una dura denuncia – si è rapidamente trasformata in un’utile segnalazione per altre famiglie che possano trovarsi in situazioni del genere.
Come riferisce infatti ancora l’ANSA, riprendendo una nota diffusa dall’Enel, quest’ultima avrebbe già provveduto «a contattare il cliente, rassicurandolo che non sono in corso procedure per il distacco della fornitura di energia elettrica e che non sarà effettuata alcuna interruzione presso la sua abitazione». «Pur permanendo l’onere di pagamento – prosegue la nota dell’Ente -, per il quale l’azienda ha inviato la lettera di sollecito, la presenza di dispositivi elettro-medicali salvavita all’interno dell’abitazione garantisce infatti la continuità del servizio elettrico».
E importante è anche – come accennavamo – il messaggio conclusivo, quando cioè si scrive che «l’Enel coglie l’occasione per ricordare a tutti i clienti in possesso di tali apparecchiature la necessità di inviare comunicazione al proprio fornitore di energia elettrica che provvederà, come nel caso del signor Quarta, a registrare la fornitura come “non disalimentabile“».
Per una volta, quindi, sembra proprio che possiamo parlare di una vicenda risolta positivamente. Almeno per il momento… (Stefano Borgato)
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