Partito nel 2008, il progetto ha visto la partecipazione di alcune tra le principali realtà impegnate nel campo della disabilità nelle Province di Lecco, Como e anche nel Canton Ticino (oltre a CRAMS e IRCCS Medea, la Fondazione Provvida Madre e Sim-patia).
Si tratta in sostanza di una rete di sperimentazione e ricerca, finalizzata a validare l’efficacia terapeutica dello strumento Soundbeam, il “raggio del suono” appunto. Utilizzato – come detto – specie nel Regno Unito, quest’ultimo consiste in una strumentazione che impiega sensori ad ultrasuoni in grado di trasformare i movimenti, anche quelli minimali, in segnali MIDI, che vengono poi convertiti in suoni, immagini e stimoli-esperienze tattili: è sufficiente un semplice movimento del corpo, dentro il fascio di ultrasuoni, per riprodurre il suono di un violoncello, il miagolio di un gattino, il rumore della pioggia sul tetto…
Ebbene, il gruppo di ricerca – attraverso una sperimentazione tecnologica con nuovi sensori – è riuscito ad adattare l’apparecchiatura alle specifiche esigenze delle persone coinvolte nel progetto, in buona parte bambini e giovani con disabilità: lo studio ha infatti coinvolto circa cinquanta utenti con disabilità di cinque centri della Provincia di Lecco e circa sessanta giovanissimi studenti delle scuole primarie del Lecchese, rivelandosi un elemento di potenziale forte innovatività nell’approccio alla disabilità.
Non solo. Lo studio ha rivelato che con il Soundbeam i ragazzi – oltre ad imparare ad ascoltare, esprimersi e comporre i suoni – rivelano un’abilità a concentrarsi che in altri contesti non risultava evidente, iniziano a scoprire, esplorare, esprimere e comunicare i loro sentimenti, sono più consapevoli e interagiscono con l’ambiente circostante, iniziando così a sviluppare i rapporti interpersonali. Il tutto con ricadute positive sulla loro autostima e integrazione sociale.
Il progetto ha validato infine l’utilizzo dello strumento in una terapia pensata specificamente per la riabilitazione dell’autismo. In questo ambito, infatti, Soundbeam – unendo la musica ai movimenti del corpo – ha reso possibile creare un trattamento basato sull’imitazione motoria, che ha determinato importanti miglioramenti nell’interazione sociale e nel contatto di sguardo.
«La ricerca tecnologica – afferma soddisfatto Angelo Riva, presidente del CRAMS -, che ci ha consentito di realizzare ausili complementari dotati di sensoristica interattiva wireless [“senza fili”, N.d.R.], ora proseguirà con la sperimentazione dell’uso della tecnologia del Soundbeam e delle Sensory Room nelle terapie di riabilitazione neuromotoria, in collaborazione con l’Istituto Medea. Stiamo anche pensando a teatri sensoriali…».
I risultati del progetto Il raggio del suono verranno illustrati venerdì 25 maggio a Bosisio Parini (presso La Nostra Famiglia), durante il convegno Educare alla diversità e sabato 26 maggio, nell’ambito della manifestazione ReaTech Italia alla Fiera di Milano-Rho. Tra gli altri, interverrà all’incontro anche David Jackson, lo storico sassofonista dei Van Der Graaf Generator, uno dei gruppi più significativi del rock progressivo inglese degli Anni Settanta, che collabora con il CRAMS per l’utilizzo del Soundbeam. (Cristina Trombetti)