È organizzata dalla Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano la giornata prevista per sabato 26 maggio, denominata Dall’Inclusione e Universal Design alla qualità di vita nel tempo libero e nel tempo del lavoro, all’interno di ReaTech Italia, alla Fiera di Milano-Rho (Padiglione 4, Sala ReaTech, ore 9.30).
«L’attuale profilo demografico dei Paesi occidentali – scrivono nella presentazione i promotori dell’iniziativa – nonché di quelli in rapida evoluzione, sta vivendo una peculiare rivoluzione collegata anzitutto con l’allungamento della sopravvivenza che supererà il 30% della popolazione nei prossimi dieci anni. D’altro canto i progressi della medicina hanno ridotto la mortalità delle malattie più complesse, ma non hanno favorito la restitutio ad integrum dopo l’evento acuto, così che il benessere complessivo della persona si è ridotto, con un peso della disabilità che supera il 40%. La cosiddetta disabilità, tuttavia, non è più solo di particolare gravità, ma costituisce una sorta di “spettro minore” di una normalità che spesso confligge con la qualità della vita».
«Il concetto di Universal Design e di Inclusione – proseguono – si inserisce in questa nuova e variegata società come un’opportunità globale di raggiungimento di livelli sempre più accettabili di qualità della vita. Infine, la definizione dello spettro della popolazione non può più basarsi su schemi prototipici prevalentemente sanitari, ma diventa cruciale un’analisi convincente, compiuta e scientificamente valida dei bisogni che si raccordino con le opportunità e le decisioni operative. Il concetto di inclusione è da considerare per esteso come il diritto alla soddisfazione dei bisogni di qualsiasi persona, a prescindere dalla presenza di malattie e/o disabilità più o meno conclamate. D’altronde il concetto di inclusione presente nel contesto dell’Universal Design può essere considerato come lo strumento per esaltare la centralità della Persona».
«Mentre la categorizzazione in classi – è la conclusione – può considerarsi una forma di stigmatizzazione e una mancanza di piena inclusione, le categorie sono importanti nel focalizzare difficoltà, necessità o tutto quello che riguarda l’individualità della singola persona».
La prima parte della giornata sarà moderata da Ferdinando Cornelio, direttore scientifico dell’Istituto Besta e da Scott Rains, esperto di Universal Design e curatore del sito Rolling Rains Report.
Dopo i saluti delle autorità (un rappresentante della Regione Lombardia, Alberto Guglielmo e Pier Luigi Zeli, rispettivamente presidente e direttore generale della Fondazione IRCCS Istituto Besta), sono previsti gli interventi degli stessi Cornelio e Rains, seguiti da Giancarlo Cesana, presidente della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, Carlo Fidanza, parlamentare europeo, relatore per la Nuova Strategia Europea del Turismo, Ivor Ambrose, managing director dell’ENAT (European Network for Accessible Tourism, ovvero la Rete Europea per il Turismo Accessibile) e Alberto Corti, direttore di Federviaggio.
Si intitolerà invece La centralità del rapporto persona-bisogni il workshop pomeridiano, coordinato dal vicedirettore del «Corriere della Sera» Giangiacomo Schiavi. Vi parteciperanno Graziella Filippini, direttore dell’Unità Operativa di Neuroepidemiologia dell’Istituto Besta, Paolo Cornelio, ricercatore nell’area socio-sanitaria del Centro Studi presente nella medesima struttura, Tatjana Pekmezovic, epidemiologa dell’Istituto di Neurologia dell’Università di Belgrado, Roberta Amadeo, già presidente dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), Fabio Maria Lazzerini, presidente della Fondazione Atlante e Sergio Javicoli, direttore del Dipartimento Medicina del Lavoro dell’INAIL di Roma. (S.B.)