Finanza creativa. La parola d’ordine tremontiana vive una nuova stagione entusiasmante. Di settimana in settimana assistiamo infatti a nuove spavalde proposte di riforma del welfare.
L’ultima, in ordine di tempo, è uscita dalla loquace bocca di Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in perenne videoconferenza su qualsiasi tema. Il suo ologramma è apparso infatti nel cuore della Fiera di Milano, durante un convegno su assicurazioni e disabilità, all’interno della bella e incolpevole manifestazione ReaTech.
Non c’ero, a quel convegno, e dunque mi limito a riportare le frasi diffuse dalle agenzie: «Sia il privato che lavora per il profitto sia il volontariato no profit sono necessari per superare i vincoli di risorse. Il privato, in più del pubblico, possiede anche la creatività per innovare e per creare prodotti che aiutino i disabili. La sinergia tra pubblico e privato va quindi rafforzata».
I prodotti di cui si parla sarebbero quelli assicurativi. Infatti, la Fornero ha aggiunto: «Per evitare accuse di raggiro o frodi, il ruolo pubblico dovrebbe dare credibilità inserendosi nella relazione tra la persona e il mondo assicurativo. C’è bisogno di innovazione finanziaria e creatività».
Ora io cerco di capire tutto. La Fornero viene invitata a parlare a un convegno voluto dalle compagnie assicuratrici e dall’insospettabile Fondazione Cariplo.
Non potendo essere presente, il Ministro manda un suo contributo a tema, e qui è difficile capire se sia stato preparato da qualche solerte funzionario ministeriale oppure se sia davvero un parto di suo pugno. La tecnica della video-intrusione non consente in ogni caso chiarimenti, domande, interlocuzione. Viene calata dallo schermo come un “grazioso dono” e dunque potremmo anche incorrere in un clamoroso caso di processo alle intenzioni. Tanto più che al momento non ci risulta alcun disegno di legge, o proposta concreta, che ci autorizzi a immaginare – nel breve periodo – una conversione del sistema di welfare per le persone con disabilità dall’attuale struttura a carico del servizio sociosanitario pubblico a una forma di partecipazione diretta alla spesa da parte delle famiglie, costrette non si sa come a stipulare polizze assicurative.
Fatto sta che proprio mentre il mondo delle persone con disabilità è in grande fermento per i tagli vecchi e nuovi, e per le ipotesi – sia pure parzialmente smentite – di modifica dei criteri di attribuzione dell’indennità di accompagnamento ai fini dell’accertamento del reddito, ecco arrivare quest’altra perla, che sicuramente la dice lunga sull’intenzione del Governo – come minimo – di procedere quanto prima a un ulteriore ridimensionamento della spesa in questo settore.
Scrive la FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap: «Oltre che allo Stato tutto ciò giova sicuramente al notevolissimo giro d’affari delle Compagnie Assicuratrici, vero “toccasana”, per queste ultime, in un periodo di crisi, con nuovi introiti e nuove prospettive anche sul fronte immobiliare. Tradiscono quest’ultima attesa le stesse parole del Ministro: “Qualche volta le persone anziane si trovano intrappolate in una casa che costa troppo e hanno difficoltà ad ottenere aiuti”. Un patrimonio immobiliare, insomma, che fa gola a molti».
«Sono dinamiche e logiche che, ovviamente, non ci appartengono – ha commentato il presidente della FISH Pietro Barbieri – ma che rischiano di stritolare ogni prospettiva di reale inclusione sociale o di condizionarla al censo, al patrimonio, all’età, più che a un diritto costituzionale e, prima ancora, umano».
Già. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, come teorizzava il sagace ed esperto Giulio Andreotti. E allora potremmo anche immaginare una bella polizza bonus-malus per le persone con disabilità: il premio base è una cifra x, che ogni anno viene rivista in aumento se si deve ricorrere ad esempio a un ricovero in una struttura residenziale o riabilitativa, oppure a una riduzione, se la persona invece di peggiorare riesce a cavarsela, a sopravvivere senza bisogno di bussare a denari pubblici. Ognuno girerà con il certificato di assicurazione infilato nello schienale della sedia a rotelle, e già che ci siamo potremmo anche prevedere un bollo, da pagare ogni sei mesi. I vigili urbani saranno autorizzati a multare i disabili che si muoveranno autonomamente, senza poter documentare il pagamento dell’assicurazione. L’indennità di accompagnamento sarà trasformata in una lotteria, alla quale si parteciperà attraverso l’estrazione casuale del numero della polizza. Il nuovo gioco si chiamerà Handicap for life. E si concluderà con la morte, o con la miracolosa guarigione, sancita ovviamente dall’INPS…
Mi raccomando: non prendetemi sul serio. Soprattutto non venga in mente al ministro Fornero di prendere spunto dalle mie fantasie. Meglio prevenire, non si sa mai.