«Non pensavo – ha dichiarato monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, al termine della sua “passeggiata empatica” in sedia a rotelle per le vie di Pescara, a fianco dei componenti dell’Associazione Carrozzine Determinate – che le barriere architettoniche fossero così d’impedimento ai disabili per attraversare le strade o accedere ai luoghi pubblici, specialmente qui in ospedale. Per questo il mio vuole essere un messaggio forte, affinché tutte le barriere architettoniche esistenti vengano verificate e rese più accessibili a coloro che devono muoversi da casa o dai luoghi di lavoro, in seguito ad esperienze di sofferenza e malattia».
«Noi viviamo tutti i giorni questa realtà – ha commentato dal canto suo Claudio Ferrante, presidente delle Carrozzine Determinate e responsabile del vicino Ufficio DisAbili del Comune di Montesilvano, ben noto anche ai Lettori di Superando per le sue battaglie in favore dell’accessibilità – e abbiamo voluto dimostrare per l’ennesima volta che non in una zona rurale di Pescara, ma in pieno centro non si cammina sui marciapiedi, non si entra negli ambulatori e negli uffici dell’ASL. Tutto questo è la dimostrazione che siamo letteralmente “agli arresti domiciliari” perché le Istituzioni commettono reati».
Un concetto – quello di “Pescara città-galera” per le persone con disabilità motoria, già più volte espresso in questi anni da Ferrante, come ben dimostrano le stesse “divise” a righe orizzontali usate dalle Carrozzine Determinate – a simboleggiare una vera e propria condizione di detenzione – sulle quali sono apposte le cifre 104 92 e la parola ONU, per ricordare naturalmente il mancato rispetto di due norme fondamentali come la Legge Quadro 104/92 sulla disabilità e, a livello internazionale, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Il gesto del presule abruzzese e le parole pronunciate da quest’ultimo, al termine del suo giro in carrozzina, hanno riscosso grande apprezzamento da parte della combattiva associazione organizzatrice, per la quale tuttavia Ferrante – memore anche dei positivi risultati ottenuti in questi anni a Montesilvano – ha voluto sottolineare che «la battaglia non finisce qui» e annunciare un prossimo «esposto alla Procura della Repubblica di Pescara, come gesto estremo per mostrare da un lato la condizione di grave pericolo vissuta quotidianamente dai disabili, costretti sulle loro sedie a rotelle a muoversi in mezzo alla strada, circondati da marciapiedi resi inaccessibili da buche o scivoli mai realizzati, dall’altro per denunciare inefficienze, miopie e carenze riscontrate nei confronti di coloro che amministrano la città». (S.B.)