«Non avete nulla da rimproverarvi. Avete fatto tutto il possibile», dice Antonio Spinelli, presidente della FIWH (Federazione Italiana Wheelchair Hockey), agli atleti della Nazionale Italiana, al termine della seconda giornata di gare dei Campionati Europei di wheelchair hockey (hockey in carrozzina elettrica), in corso di svolgimento in Finlandia (se ne legga nel nostro sito la presentazione, cliccando qui). E lo dice a un team che deve mandare giù un paio di risultati che proprio non si sarebbe aspettato di registrare. Ma il fatto è che non sempre l’esito di una partita è quello che tutti si attenderebbero e vorrebbero.
Perché l’Italia ha giocato bene, eppure ha perso. Si è confrontata prima con la Finlandia e poi con i campioni del mondo della Germania e in entrambe le partite ha dimostrato sul campo che il suo gioco di squadra è stato superiore, anche se i risultati non l’hanno dimostrato. Ha visto il tempo scorrere, dominando gli avversari, ma al contempo non riuscendo a segnare un numero sufficiente di reti. Ha giocato con la consapevolezza di essere forte, ma non è riuscita a dimostrarlo all’Europa intera. E il risultato finale non è stato quello meritato: 5-2 per la Finlandia e 4-4 con la Germania. Rimangono il disappunto e il rammarico, ma anche la serenità di avere dato il massimo.
Sono queste le notizie che ci arrivano da Pajulahden, dove gli Azzurri rimarranno, a questo punto, per accaparrarsi almeno il quinto posto, ma con la consapevolezza che avrebbero meritato molto di più. Più che mai, infatti, l’Italia ha mostrato questa volta di essere una delle squadre più forti, accanto alla Germania e all’Olanda, con ottime potenzialità per batterle entrambe e conquistare il massimo alloro continentale.
L’affiatamento raggiunto dagli Azzurri non è mai stato così elevato come in questa occasione e ben lo aveva dimostrato l’eclatante vittoria per 16-0 nella prima partita contro la Slovenia. Ma soprattutto lo ha dimostrato la qualità del gioco messa in mostra in tutte e tre le partite. È che per quanto ci si prepari bene, ci sono poi tanti imprevisti, colpi di fortuna e di sfortuna, e anche rigori che capita di sbagliare.
«Certo – commenta il commissario tecnico Michele Fierravanti – c’è da migliorare la percentuale di realizzazione sui rigori, ma non è questo che ci ha allontanato dalle finali che contano». Lo stesso Fierravanti, tuttavia, senza abbattersi, vuole soprattutto sottolineare la qualità dei suoi giocatori: «Ho visto in campo – dichiara – il giusto carattere, la giusta cattiveria e convinzione. Purtroppo una parte delle prestazioni sportive esula dal nostro controllo».
Peccato, insomma, non essere riusciti a fare altrimenti, mentre le due squadre con la “voce più grossa” continuano a essere l’Olanda e la Germania. Vedremo, questa volta, chi si porterà a casa il titolo di campione europeo.